“Ciò che noi chiamiamo simbolo è un termine, un nome o anche una rappresentazione che può essere familiare nella vita di tutti i giorni e che tuttavia possiede connotati specifici oltre al suo significato ovvio e convenzionale. Esso implica qualcosa di vago, di sconosciuto, di inaccessibile per noi (Carl Gustav Jung, “L’uomo e i suoi simboli”, 1959).
Diviso in due parti, la prima intitolata “Il linguaggio dei colori”, la seconda “I colori: stati d’animo per immagini” riccamente illustrata, il profondo saggio di Claudio Widmann, analista junghiano, argomenta attraverso esempi tratti da diverse culture, tradizioni religiose e contesti storici, come il simbolismo dei colori, in questo caso nove quelli analizzati: nero (male e mistero), rosso (sangue e amore), blu (metafisica e mare), giallo (oro e zolfo), verde (alberi e vita), viola (androgino e sviolinate), marrone (terra e legno), grigio (perla e cenere) e bianco (divino e coscienza), trascenda le barriere culturali, offrendo una visione universale, multidimensionale delle esperienze umane fondamentali. La psicologia analitica di Jung fornisce il quadro teorico per comprendere come questi simboli operino a livello dell’inconscio collettivo, influenzando profondamente la vita psichica individuale e collettiva: tra mitologia, arte e tradizioni i colori sono carichi di significati profondi e universali.
[Claudio Widmann: Il simbolismo dei colori. Pagina 111(1)] “BLU. Il cielo e la metafisica. Il blu si colloca al polo opposto rispetto al rosso. Ha un effetto fisiologico sedativo, determina cioè un rallentamento delle funzioni vegetative (per esempio dei ritmi cardiaco e respiratorio e della pressione sanguigna). In questo senso era percepito già dalla medicina magica che voleva il lapislazzuli “gaio, gioioso e sano” e che lo prescriveva contro gli stati febbricitanti e contro le situazioni di agitazione febbrile (Flamand, 1981, p. 89). Lüscher ascrive a questo colore i significati fondamentali della quiete e dell’appagamento (1947, p. 21). Se al rosso corrispondono le caratteristiche dell’azione, dell’estroversione, del moto centrifugo, del lato destro e maschile (in tutta la complessità evocativa di questi termini), al blu corrisponde la staticità, l’introversione, il moto centripeto, il lato sinistro e femminile. Abbiamo visto che il rosso si staglia nitidamente sullo sfondo nero, che la sua denominazione si impone immediatamente nel processo di differenziazione cromatica, essendo il primo colore a venire isolato dalla coppia bianconero. Il blu, al contrario, fatica a differenziarsi dal nero. Chiunque abbia dovuto distinguere un paio di calze nere da un paio di calze blu o una giacca nera da una blu in condizioni di illuminazione attenuata ha fatto esperienza diretta di questa difficoltà. Le ricerche di”
(1) Una teoria suggerita da Ford Madox Ford, scrittore nato in Gran Bretagna nel 1873 (il suo romanzo più famoso è “Il buon soldato”, 1915) e amico di Joseph Conrad e Henry James, propone che per giudicare un libro sia sufficiente leggerne la pagina 99, dove il tema è ormai delineato e la trattazione precisa. Perché non provare allora sul sito One a spostare la verifica a pagina 111?
TWITTA:
Claudio Widmann
Il simbolismo dei colori
Moretti&Vitali, 2024
pp. 416
Isbn 9788871869070
Recensione di Danilo Premoli – Office Observer
Leggi anche le recensioni:
Massimo Gianquitto: Adriano Olivetti. Vita romanzata di un genio italiano
Edoardo Boncinelli: Piccolo dizionario della nostra coscienza
Carlos Moreno: La città dei 15 minuti
Eugenio Guglielmi, Gianluca Sgalippa: Il colore razionale
Alessandro Tesei, Davide Calloni: Italian Urbex. Viaggio tra i luoghi abbandonati
Diviso in due parti, la prima intitolata “Il linguaggio dei colori”, la seconda “I colori: stati d’animo per immagini” riccamente illustrata, il profondo saggio di Claudio Widmann, analista junghiano, argomenta attraverso esempi tratti da diverse culture, tradizioni religiose e contesti storici, come il simbolismo dei colori, in questo caso nove quelli analizzati: nero (male e mistero), rosso (sangue e amore), blu (metafisica e mare), giallo (oro e zolfo), verde (alberi e vita), viola (androgino e sviolinate), marrone (terra e legno), grigio (perla e cenere) e bianco (divino e coscienza), trascenda le barriere culturali, offrendo una visione universale, multidimensionale delle esperienze umane fondamentali. La psicologia analitica di Jung fornisce il quadro teorico per comprendere come questi simboli operino a livello dell’inconscio collettivo, influenzando profondamente la vita psichica individuale e collettiva: tra mitologia, arte e tradizioni i colori sono carichi di significati profondi e universali.
[Claudio Widmann: Il simbolismo dei colori. Pagina 111(1)] “BLU. Il cielo e la metafisica. Il blu si colloca al polo opposto rispetto al rosso. Ha un effetto fisiologico sedativo, determina cioè un rallentamento delle funzioni vegetative (per esempio dei ritmi cardiaco e respiratorio e della pressione sanguigna). In questo senso era percepito già dalla medicina magica che voleva il lapislazzuli “gaio, gioioso e sano” e che lo prescriveva contro gli stati febbricitanti e contro le situazioni di agitazione febbrile (Flamand, 1981, p. 89). Lüscher ascrive a questo colore i significati fondamentali della quiete e dell’appagamento (1947, p. 21). Se al rosso corrispondono le caratteristiche dell’azione, dell’estroversione, del moto centrifugo, del lato destro e maschile (in tutta la complessità evocativa di questi termini), al blu corrisponde la staticità, l’introversione, il moto centripeto, il lato sinistro e femminile. Abbiamo visto che il rosso si staglia nitidamente sullo sfondo nero, che la sua denominazione si impone immediatamente nel processo di differenziazione cromatica, essendo il primo colore a venire isolato dalla coppia bianconero. Il blu, al contrario, fatica a differenziarsi dal nero. Chiunque abbia dovuto distinguere un paio di calze nere da un paio di calze blu o una giacca nera da una blu in condizioni di illuminazione attenuata ha fatto esperienza diretta di questa difficoltà. Le ricerche di”
(1) Una teoria suggerita da Ford Madox Ford, scrittore nato in Gran Bretagna nel 1873 (il suo romanzo più famoso è “Il buon soldato”, 1915) e amico di Joseph Conrad e Henry James, propone che per giudicare un libro sia sufficiente leggerne la pagina 99, dove il tema è ormai delineato e la trattazione precisa. Perché non provare allora sul sito One a spostare la verifica a pagina 111?
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Claudio Widmann
Il simbolismo dei colori
Moretti&Vitali, 2024
pp. 416
Isbn 9788871869070
Recensione di Danilo Premoli – Office Observer
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