Slide è un parquet con tre semplici forme, tre trapezi rettangoli, tre fratelli che giocano tra loro dando vita ad infinite combinazioni sempre diverse.
Tutto parte da tre semplici forme, ma non da forme qualsiasi. Tre trapezi rettangoli capaci di ottimizzare il taglio di un grande pannello di multistrati, riducendo al minimo gli sprechi di una materia preziosa come il legno.
Bel pensiero iniziale. Ma è solo l’inizio: ciò che segue è sorprendente. I tre moduli di slide assomigliano a tre fratelli, dai caratteri molto diversi. Il primogenito, più grande e razionale, ama giocare da solo. Si diverte a scivolare lungo il lato obliquo e il suo movimento riempie lo spazio disegnando un infinità di tessuti dalle maglie regolari.
I due fratellini minori giocano invece sempre insieme. La loro immaginazione è sfrenata e hanno elaborato un numero che lascia tutti a bocca aperta. Partendo da un punto qualsiasi sono capaci di conquistare il piano espandendosi all’infinito, senza lasciare un solo spazio vuoto, ma soprattutto senza mai ripetizioni.
Il legno è quel materiale naturale vivo che collega la terra con il cielo attraverso gli alberi.
Daniele Lago
Due sole forme, infinite combinazioni sempre diverse. Incredibile? In effetti sembrava una sfida impossibile. Fino a quando un genio della matematica ha scoperto la soluzione. Basata sulla stessa proporzione che ha magicamente scritto la storia dell’architettura: la sezione aurea. Incantò Fidia, Vitruvio, Leon Battista Alberti, Leonardo da Vinci, Le Corbusier, Steve Jobs. Oggi incanta tutti noi.
Il pavimento in legno rappresenta un prodotto di origine e uso antichissimo, che nel progetto abitativo si è sempre collocato con un ruolo di cerniera tra le finiture di interni e il vero e proprio elemento di arredo.
Allo stato attuale il panorama dell’offerta si caratterizza per l’estrema ampiezza di proposte in termini di specie legnose, formati e finiture, ma contestualmente per un atteggiamento piuttosto conservativo, ovvero molto più orientato ai richiami della tradizione storica che non all’esplorazione di nuove vie, specie in fatto di configurazioni geometriche dei singoli elementi e di libertà compositive. Il carattere di innovazione del progetto SLIDE, in rapporto al settore merceologico di appartenenza, è da identificarsi nell’azione combinata dei seguenti elementi:
La configurazione a lastra (estensione in due dimensioni tra loro confrontabili) e la forma trapezia spostano radicalmente la percezione estetica del parquet rispetto al concetto tradizionale di listone rettangolare avente di norma una dimensione, la lunghezza, nettamente prevalente sull’altra. Al cambiamento di forma corrisponde conseguentemente una modifica sostanziale, rispetto agli standard consolidati del settore, della materia prima impiegata, nonchè del processo produttivo.
In particolare per rendere possibile la produzione industriale, lo strato a vista del pavimento è stato concepito in legno proveniente da tranciatura anziché segagione tradizionale e le lavorazioni di sezionatura e sagomatura laterale realizzate attraverso macchina a controllo numerico, anziché normali profilatrici.
A fronte della spiccata originalità della forma, caratterizzata da marcata configurazione asimmetrica e pronunciati angoli acuti, la realizzazione è ottenuta da semplice sezione obliqua di un elemento rettangolare. Le dimensioni del quale, non sono casuali, ma derivano dalla volontà di ottimizzare al massimo livello la resa di un pannello di multistrato di formato commerciale standard, in modo da ridurre al minimo gli sprechi di materiale. Anche il numero di operazioni di taglio, e dunque i tempi di lavorazione, risultano conseguentemente ottimizzati.
Semplici movimenti di scivolamento reciproco lungo le basi dei trapezi, o
secondo le generatrici oblique, unitamente alle diverse libertà di rotazione, apre le porte ad un’infinita varietà di composizioni. Tra le innumerevoli possibili, la particolare scelta di alcuni specifici rapporti matematici nella definizione della geometria, derivati dalla letteratura scientifica sviluppata attorno alla generazione dei quasicristalli (v. studi R. Penrose, R. Ammann e altri), rende realizzabili configurazioni dalle caratteristiche sorprendenti.
Tra cui spicca, tra le tante altre, anche il fatto di poter ottenere con due sole forme, la copertura del piano, partendo da un punto qualsiasi ed estendendosi all’infinito in modo aperiodico, generando cioè composizioni che non si ripetono mai uguali a se stesse
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