Svelato a NoHo 40 Bleecker street; il nuovo progetto residenziale di lusso a New York riporta in vita un pezzo di storia centenaria, a pochi passi dall’energia di Soho e dalle vibrazioni artistiche dell’East Village.
Una curiosità sull’origine toponomastica: fu la famiglia Bleeckers – che possedeva una fattoria in quella zona – a dare il suo nome alla strada ad inizio ‘800.
Un edificio recuperato da Rawlings Architects, insieme al famoso paesaggista Edmund Hollander, che ha scolpito il giardino segreto con piante, cascate zen e sentieri rigorosi- l’interior è firmato da Ryan Korban (nella lista dei top 100 designer stilata dalla rivista AD).
Un progetto in grande scala – dotato di servizi esclusivi ed aree comuni di grande fascino tra cui piscina e palestra privata, negozi dedicati e ristorante- capace di rivitalizzare uno storico edificio dalle caratteristiche distintive. Le inconfondibili linee curve della facciata e l’ordine di finestre composto in una precisa griglia geometrica, dalle quali si gode una spettacolare vista di Manhattan, incontrano il tratto del design moderno.
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Gli interni, curati personalmente da Ryan Korban, prediligono materiali naturali e di nobile discendenza: dai pregiati marmi al rovere francese.
Un’eco moderna risuona negli iconici appartamenti ed esclusivi attici dagli altissimi soffitti, spazi dell’abitare intrisi di bellezza atemporale che si svela attraverso un’autentica storia fatta di materiali e artigianalità.
Protagonista indiscussa è la luce naturale, che filtrando dalle razionali file di vetrate, dona luminosità agli ambienti e segue la linea morbida della facciata che, al pari della prua di una maestosa e placida nave, punta a nord-ovest. Un raro punto di osservazione su Noho e lo skyline del Village con i suoi grattacieli del dopoguerra.
Gli interni seguono un layout aperto che incoraggia la convivialità e la socialità domestica, pur nel rispetto della privacy; il soggiorno dialoga elegantemente con la cucina realizzata su misura da Ryan Korban, valorizzata dalla raffinatezza dei dettagli ed una certa preziosità dei materiali.
L’architetto ottiene una magica formula alchemica dosando sapientemente il calore dei pavimenti in rovere francese alla liscia freddezza del marmo. Una suggestiva isola levigata a mano si erge come un’opera d’arte scultorea affermandosi come punto focale dell’intero spazio.
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Un lusso discreto è rappresentato da alcuni arredi in rovere con inserti di vetro scanalato color bronzo e dettagli in nichel brunito -firmati SA Baxter – che creano uno splendido gioco di contrasti con alcuni elementi di derivazione “brutalista”, come ad esempio la cappa in pietra.
Gli elettrodomestici Miele e gli accessori Lefroy Brooks danno forma alla funzionalità ed aggiungono un tocco sofisticato all’insieme. La fresca camera da letto padronale, oasi di tranquilla serenità dalla tenue palette di colori, si affaccia sul viale alberato di Bleecker Street.
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Anche qui il nexus del progetto, elemento di vera continuità spaziale, è il sofisticato pavimento ligneo con geometria Chevron (o punto d’Ungheria per ricordare le aristocratiche residenze storiche mitteleuropee); mentre le maestose finestre a tutta altezza invitano il libero fluire della luce e dilatano la percezione spaziale.
Adiacente alla grande cabina armadio, il bagno padronale sale di livello per conformarsi alle nuove esigenze di benessere e wellness. La profondità della pietra levigata Grigio Colomba bilancia il rivestimento in rovere sbiancato della “doppia vanità” personalizzata da Korban, circondata da una composizione di specchio e vetro, che riflette luce e rimanda ad inediti scorci dello spazio circostante.
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Altre due camere da letto – sobriamente arredate nella singolare sinfonia di stile che Korban orchestra tra materiali, texture e toni espressivi- ospitano un bagno interno. Il progetto di illuminazione è stato disegnato e curato da Bill Schwinghammer.
Non si poteva fare niente di più per rendere unico ed inimitabile questo progetto abitativo ricco di memorie e testimone di un quartiere di new York, Noho per l’appunto, che la famiglia Astor seppe trasformare nel XIX secolo in un’esclusiva enclave per artisti et Beaux Arts.Un angolo spazzato da venti di creatività e nuove energie, che ci sfiorano ancora oggi, se solo ci soffermiamo a camminare lungo le sue vie acciottolate.
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