In un’epoca che vede protagonista indiscussa la tecnologia e in cui anche l’intelligenza è diventata artificiale, viene da domandarsi se ci sia ancora spazio per la spiritualità. A voler ben leggere tra le righe si può trovare risposta. Questa è almeno la visione di Pieterjan Gijs e Arnout Vaerenbergh, e il messaggio affidato alla loro opera “Reading between the lines”.
Una realizzazione progettata da due giovani architetti belgi in cui il confine tra Arte e Architettura appare sottilissimo. Proprio come lo spessore delle cento lastre metalliche che compongono la struttura. Ben duemila chili di acciaio Corten per una costruzione senza peso. O meglio, che può apparire così. Evanescente al punto di poter galleggiare sull’aria, ma capace di riproporsi, non appena cambiato il punto di vista, di un pesantezza quasi insopportabile.
In felicissimo dialogo con la natura circostante, amante della vita e tanto scanzonata da fare pure il verso alla vicina chiesa parrocchiale.
E subito dopo greve e arcigna a ricordare che la morte comunque non è stata cancellata dalla modernità, ma solo sottratta alla vista. Non è di tendenza, ma esiste. Un monito che richiama alla memoria alcune iconografie medioevali in cui i due diversi aspetti della nostra esistenza avevano ancora l’abitudine di convivere. Come nei giudizi universali di grandi artisti fiamminghi. Appunto.
Lat. 50.794114 Long. 5.351785
50°47’38.8″N 5°21’06.4″E