Amsterdam è da sempre “immersa” nella ricerca di soluzioni tecnologiche e innovative per strappare -letteralmente -terra alle acque. In questo caso lo fa guardando alla mobilità alternativa e costruendo uno strabiliante sistema di parcheggi sotterranei (anzi, per precisione subacquei) interamente dedicati alle due ruote.
Questo monumentale garage subacqueo per bici sembra – secondo alcuni recenti studi – migliorare addirittura la salute dell’habitat acquatico. Ad esempio, il suo cemento poroso facilita piante e cozze nell’azione di aggrapparsi alle pareti, così come le speciali stuoie di cocco offrono spazio alla vegetazione per crescere aiutando contestualmente a purificare l’acqua. Sono previsti cestini in rete chiamati “biohuts”, concepiti per proteggere i giovani pesci, mentre catturano i rifiuti di plastica impedendo loro di giungere al canale, inquinando inevitabilmente.
Le misure adottate tendono a costruire un habitat ottimale per la vita marina, migliore di quanto non fosse prima; in fondo gli umani hanno sottratto spazio vitale agli abitanti acquatici, che dovrebbero essere in qualche modo ricompensati.
Dopo il più originale e famoso ristorante subacqueo, firmato dallo studio norvegese Snøhetta, (di sera incantevole vascello dove degustare piatti a chilometro zero, di giorno centro ricerche in biologia marina), siamo al cospetto del più ambizioso progetto di parking sotto il livello del mare mai sperimentato. La prossima frontiera della mobilità “intelligente” potrebbe essere la “Roboat” a guida autonoma già pronta ai nastri di partenza per essere testata lungo i famosi canali della Venezia del nord.
La relazione tra i Paesi Bassi e le biciclette vanta radici antiche, grazie a un territorio pianeggiante – strappato con determinazione e costanza al mare – la bici diventa nel secondo dopoguerra il mezzo più agile e conveniente per muoversi. In particolare in città e centri urbani, altrimenti colonizzati da traffico e auto.
Oggi – solo ad Amsterdam – si snoda una capillare rete di piste ciclabili di oltre 400 chilometri. Così la mobilità urbana su due ruote è sicura, protetta e così amata da diventare una vera e propria attrazione turistica e disegnare la mappa del paesaggio urbano.
La progettazione dei primi percorsi ciclabili era già scesa in pista all’inizio del XX secolo. Dopo un inimmaginabile periodo in cui i veicoli a motore hanno minacciato di soffocare la capitale olandese, rendendo ardui gli spostamenti ai ciclisti. Negli anni cinquanta Amsterdam era una delle città più trafficate d’Europa, con le macchine a dominare le arterie stradali e il traffico fuori controllo, tanto da far schizzare l’indice di incidenti stradali ai vertici delle classifiche mondiali.
Negli anni a seguire, i Paesi Bassi hanno elaborato un avanzato sistema di infrastrutture urbane in grado di offrire ai ciclisti la massima sicurezza. Quello a cui si sono ispirati è il progetto Vision Zero (ideato dal governo svedese) con un progetto di sicurezza stradale che mira a ridurre la possibilità di incidenti vicino alla soglia minima. Questo vuol dire tenere veicoli, pedoni e ciclisti il più possibile separati. Amsterdam in particolare è un luminoso esempio di come, spesso, l’attivismo dei cittadini più determinati e la buona volontà dell’amministrazione possano raggiungere soluzioni sostenibili e vantaggiose per tutti.
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Oggi Amsterdam è l’indiscussa capitale Europea della bicicletta, con una delle più alte percentuali di ciclisti: il 60% degli abitanti si muove su due ruote tra i vari quartieri della città, attraverso una fitta ragnatela che collega centro e periferie. Dati ufficiali della Gemeente – amministrazione comunale – ci comunicano che le bici hanno superato le automobili e ora sono 4 volte il loro numero. Ben un milione di biciclette è in perpetuo movimento, nonostante la popolazione conti non più di 800.000 abitanti.
Non è certo sufficiente tracciare simbolicamente a terra una pista ciclabile e promuovere a parole la mobilità a due ruote per cambiare in primis l’atteggiamento culturale di una popolazione, serve una rivoluzione ben più profonda oltre a solidi investimenti e a una politica condivisa.
L’alto gradimento dei cittadini olandesi e, in particolare, l’alta densità di mezzi in movimento presenti ad Amsterdam poneva, comunque, un rilevante problema in termini di spazi adibiti a parcheggio, in particolare nell’area adiacente la Stazione centrale. La pianificazione di soluzioni alternative, già iniziata nel 2018, ha dato forma al titanico progetto, svelato di recente, con l’apertura appunto del grande parcheggio subacqueo per biciclette.
Questo si inserisce in un masterplan di più ampio respiro – che riguarda proprio l’area intorno a Amsterdam Centraal – votato a rendere questo snodo strategico più accessibile ai pedoni, costruendo due nuovi parcheggi per biciclette: uno sotterraneo, l’altro subacqueo a più di 9 metri di profondità (calcolando però che i Paesi Bassi si trovano al livello del mare e spesso ben al di sotto).
A capo del progetto è lo studio di architettura wUrck con base a Rotterdam e la realizzazione è stata curata della società di costruzioni Max Bögl per conto del Comune di Amsterdam. Lo studio wUrck ha inoltre supervisionato le componenti architettoniche dell’intera area di accesso, inclusi diversi ponti di collegamento.
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L’apertura ufficiale segna la fine di questo progetto su larga scala e anni di intensa collaborazione. Grazie a questo visionario progetto circa 7.000 ciclisti possono parcheggiare qui i loro “velocipedi” e dirigersi a piedi verso le stazioni della metropolitana e il tunnel ferroviario.
Il comfort dei riders è alla base dell’approccio progettuale di wUrck; la sua ubicazione a diversi metri di profondità nel sottosuolo poteva costituire un deterrente per gli utenti ed essere causa di insuccesso. “L’uso della luce diurna e di materiali leggeri di alta qualità conferisce alla struttura una sensazione piacevole – raccontano i progettisti – inoltre, il percorso principale è stato concepito come una ‘strada’ che funge da collegamento diretto, fluido e senza ostacoli verso la metropolitana e la stazione”.
Il tema dell’acqua si riflette non solo in superficie ma anche in profondità, penetrando l’intera struttura. Il ciclista entra in una sorta di ostrica immaginaria con un esterno di ruvido basalto e pietra naturale, mentre l’interno è sensualmente liscio e pieno di luce. wUrc ha collaborato con il Museo di Amsterdam per la realizzazione artistica di mappe della città denominate ‘De Horizon’ – che ricoprono l’intera parete destra – con gigantografie e dipinti a effetto ‘pixel’. Queste immagini, che testimoniano il collegamento tra la città di Amsterdam e la materia liquida fonte di vita, sono incorporate anche negli Oculi (i corpi illuminanti sferici a soffitto che segnano il percorso principale). Sia “The Horizon” che Oculi, ad alto impatto scenografico, svolgono anche limportante funzione di orientamento per l’utente.
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Al nuovo parcheggio subacqueo si può accedere dal livello della strada attraverso passerelle fisse e mobili. È un progetto tutto da vedere, questa perla nascosta attirerà sicuramente curiosi e visitatori da ogni parte del mondo. Gran bel vedere, ma la cosa più interessante è che la struttura è praticamente invisibile sotto il pelo d’acqua. La struttura a impatto zero sullo spazio di superficie, permette altresì di riconquistare spazi fino ad oggi invasi da intricate composizioni di rastrelliere in metallo. La sfida sarà immaginare di adibire questa zona ad un altro uso – a beneficio dell’estetica complessiva della stazione – primo biglietto da visita per i visitatori e pendolari che sbarcano in città ogni mattina.
Ad Amsterdam, oggi, puoi prendere una bici e sentirti sicuro padrone della strada. Dovrai fare attenzione agli altri ciclisti, consapevole che di auto ce ne sono ben poche in giro e a velocità ridotta. Ci sono molti buoni motivi per riconfermare che il futuro di Amsterdam cammina su due ruote, tra questi il binomio salute e ambiente sembra procedere a passo spedito.
Un esempio positivo che ha ispirato molte altre città in Europa e nel mondo tra cui Copenhagen, Malmö, Strasburgo, Ljubljana, Bordeaux, Barcellona. Guardando al di là dei nostri confini svettano Tokyo e Montreal.
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