Leggete, leggete tutto quello che avreste voluto leggere e non avete potuto, perché vi siete accorti di essere collegati ad un dispositivo digitale, ritornate ad essere curiosi, attraversate discipline scientifiche e artistiche a voi totalmente sconosciute, provateci.

Foto credits Alex Majoli

Parlate, e parlate tanto, con tutti quelli che avete dimenticato, amici, lontani o vicini, quelli con cui avevate un’intimità che avevate scordato, amici di cui non potevate fare a meno.

Con i vecchi genitori, o con un figlio che non vedete da anni, parlate, scoprite la meraviglia fonetica del più bel suono mai udito: la parola, fatene incetta.

Avvicinatevi alle persone, sentitene i loro campi magnetici, perché la paura è un virus patogeno come un altro e curabile come il raffreddore.

Scoprite l’ignoto, tornate ad essere coraggiosi, perché gli uomini dovrebbero essere così, avventuratevi verso territori altri, abbandonate l’all inclusive e andate lontano, scappate davvero, fate perdere le vostre tracce, ogni tanto. Serve.

Riflettete e a lungo sulla melma diffusa in cui stiamo annegando, senza pulsioni, erotismi sani, fisicità esplosive, guardate, qualcuno con emozione e con desiderio, trovate la passione che non ricordavate più e magari l’avevate accanto.

Amate, come se non ci fosse altro da fare, e come se fosse la funzione ultima per cui questo piccolo animale senziente è stato prodotto dall’evoluzione, piangete, emozionatevi e gridate, fate capire al mondo a cose serve un uomo.

Pensate e impegnatevi ad essere migliori, perché lo siete, ognuno di noi è meglio di quello che sembra. Anche Matteo Uno e Matteo Due, anche il banchiere avido, anche il capo delle mafie, il pedofilo impenitente, il picchiatore seriale di ragazze, e anche Weinstein.

Ritrovatevi, cercate di fare cose belle senza pensare al tornaconto, al prezzo, e soprattutto all’immagine, che a furia di modificare la realtà ne è rimasta senza. Buttate la maschera (e la mascherina), facciamo vedere la nostra bellezza e anche la nostra tenerezza, la meravigliosa debolezza che tutti nascondiamo con un’inutile fatica.

Mettiamoci in forma, non alteriamoci con sostanze temporanee, piuttosto cerchiamo Dioniso coniugato alla contemporaneità, ma lontani dalle chimiche.

Il tempo della crisi ci restituisce il tempo perduto, suoni sconosciuti, spazi, nuove forme di buio, di silenzio, esageriamo certo, ma in modalità filosofica. Scappate finalmente dalla noia e dalle consuetudini, costruite occasioni che vi possano illuminare, agite secondo un’etica diversa, dove l’estetica non può essere costretta a sopportare l’annichilimento pseudo-religioso.

Foto credits Alex Majoli

Ogni essere deve inseguire la bellezza, ma deve trovare dentro di sé questo desiderio, e nelle chiusure forzate di cinema, teatri, musei c’è anche la possibilità di costruire una propria singolare educazione al bello, e al buono.

Scrivete tutto quello che vi passa per la testa, dite, sforzatevi di dire la verità, anche se filtrata dal baraccone dei social, fate capire a tutti quanto è bello essere onesti, sinceri, amorevoli e capaci di ammirare disinteressatamente qualcuno. Anche il premier Conte, che nel marasma sbraitante, e tra i latrati, mantiene un’attitudine gentile e pacata che lo rende un punto fermo, da imitare.

Ritrovate la fatica di impegnarvi per le cose che avete sempre amato e che rischiate di dimenticare, non fosse altro che imparare a sessant’anni a suonare la chitarra, a cucinare. Oppure riprendete a fare ginnastica, quella vera, in mezzo ai parchi, imparate a distinguere il vero dal falso.

Non è difficile, e cercate anche di riflettere sulla bellezza del diverso, e non solo sulle frontiere, sui muri, perché in questo momento così apparentemente confuso invece di perderla possiamo ritrovarla la testa, la nostra testa, per pensare autonomamente, originalmente. Senza aspettare l’imbeccata del Tiggiuno, Tiggidue, Tiggitre, Dimartedì, Ottoemezzo, Propaganda, Piazza pulita e altre fonti varie che devono tornare ad essere quello che sono: intrattenimento e varietà.

Foto credits Alex Majoli

Torniamo a dare un senso alla politica e alla cultura, che non è quella che tentano di farci credere sullo schermo pieno di lustrini. Barbara d’Urso non fa informazione ma spettacolo, anche se parlasse di Picasso o De Gaulle.

La pausa emotiva e sonora che stiamo vivendo ci impone di tornare al piacere della riflessione ad un’altra, diversa, percezione del tempo, perché c’è un modo nuovo di ritrovarci, oltre alla sequenza infernale di cocktail nelle movide disperate.

La solitudine non sempre è un danno, serve a fare sentire quel vecchio battito dentro di noi, che lotta per farci sentire ancora, vivi. Non perdiamo questa occasione perché tra qualche giorno, qualche ora, tutto tornerà come prima, ma forse per qualcuno ci sarà la possibilità di dimostrare che possiamo uscire dal pollaio mediatico.

In questo caso la quarantena sociale non sarebbe stata inutile.

Foto Cover credits © Paco Carrascosa, © Jan Bitter, © Beat Widmer


Seguici sui nostri canali per restare sempre aggiornato:

Exit mobile version
×