Autore Alessandro Marata
Bjarke Ingels, un architetto che riunisce in un unico percorso una incontenibile visione utopica con un concreto pragmatismo.
Di sé stesso Bjarke Ingels ( Group BIG) dice: “Volevo diventare un fumettista, ma non esisteva un’accademia di fumetti. Così mi sono iscritto alla Royal Danish Art Academy School of Architecture. Ma poi sono rimasto davvero colpito dall’architettura”.
A proposito dell’architettura sostiene che è il mezzo, non prodotto però da un’unica ideologia, e non il fine; aggiunge anche che è arte e scienza unite insieme per fare sì che i nostri edifici si adattino al modo in cui vogliamo vivere le nostre vite. Della sostenibilità afferma che non può essere un sacrificio morale, ma deve diventare una sfida progettuale verso l’innovazione della società.
Queste dichiarazioni programmatiche, chiare e sintetiche, delineano con nitidezza la personalità complessa e multiforme di Bjarke Ingels, architetto che riunisce in un unico percorso una incontenibile visione utopica con un concreto pragmatismo.
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Tutti i suoi progetti, anche quelli più visionari, sono realizzabili e densi di contenuti legati al luogo e al tempo nei quali vengono concepiti e la sua capacità comunicativa non oltrepassa mai il limite dello stupore fine a sé stesso.
Bjarke Ingels sostiene che il suo lavoro di architetto consiste nel saper interpretare, se possibile prevedere, e progettare il cambiamento adattando forme e funzioni in base alle trasformazioni sociali ed ambientali in corso.
Navigare sul sito web dello studio vuol dire viaggiare in mezzo ad un mare di idee ancor prima che di architetture. Idee che prendono forma attraverso l’architettura, l’arte, la tecnologia, la cultura.
Una sezione particolarmente interessante della produzione progettuale dello studio riguarda la pianificazione delle città del futuro. Oceanix City è forse il primo prototipo di città per una comunità “galleggiante” resiliente e sostenibile.
Progettata nel 2019 per la città di Busan nella Corea del Sud, è un programma sostenuto da Nazioni Unite attraverso UN-Habitat. Grazie a piattaforme galleggianti collegate tra loro in superficie consente di ottenere, attraverso una politica zero rifiuti e a una perfetta economia circolare, l’indipendenza energetica ed alimentare.
Woven City invece rappresenta un ecosistema totalmente connesso, un laboratorio vivente del futuro alimentato ad idrogeno, uno spazio complesso pensato per ospitare residenti e, al tempo stesso, per fare ricerca nei campi dell’intelligenza artificiale, la robotica e la mobilità. Il progetto, iniziato nel 2018, è finanziato da Toyota per la città di Susono in Giappone. Education Esbjerg rappresenta, infine, una nuova concezione di struttura architettonica nella quale istruzione, lavoro e abitare sono integrati in un unico ambiente urbano.
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Il progetto, un campus educativo universitario integrato con altre funzioni e situato sull’isola di Esbjerg Strand nella costa ovest della Danimarca, è pensato in stretta relazione con le rilevanti caratteristiche ambientali del luogo : il rumore del vicino porto marittimo, i forti venti da ovest, l’alta marea, le mareggiate e la notevole luce solare.
L’edificio, costituito da un perimetro continuo che racchiude una rigogliosa area verde, garantisce a tutti sia la vista del mare che quella sul parco.
Una cinta muraria che protegge lo spazio urbano, come una città medievale, ma che è permeabile ed è al servizio dell’istruzione, per una nuova visione del futuro.
Photo courtesy BIG
Articolo apparso su SEED MAGAZINE
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