Studio di architettura Filippo Bombace
A Roma un tipico edificio residenziale degli anni ’70 – contrassegnato da un apprezzabile guizzo decorativo della facciata – ospita il progetto di ristrutturazione firmato dall’architetto Filippo Bombace. Un arioso appartamento situato in una pregevole zona residenziale della capitale, è stato interamente ripensato per dare un nuovo scenario abitativo ad un giovane nucleo familiare di una coppia con figli. La progettazione d’interior non può non prendere spunto e dialogare con le linee ondulate delle terrazze, che accompagnano con una pennellata il movimento esterno dell’edificio.
Cosa significa ristrutturare oggi un immobile degli anni settanta? Sicuramente un grande lavoro su molteplici piani d’intervento, che prende l’abbrivio dagli interni ai quali conferire maggior pulizia, apertura e leggerezza.
Ricordiamo tutti che una certa produzione edilizia degli anni sessanta e settanta è frutto di quel famoso “boom edilizio ed economico” che ha trascinato con sé, in molti casi, forme di ibrida speculazione e cattive pratiche del costruire, non ultimo l’utilizzo di materiali “poveri” se non addirittura dannosi. Esiste, altresì, un patrimonio architettonico di quell’epoca che merita di essere aggiornato e valorizzato per rispondere alle sfide della contemporaneità in termini di sostenibilità e qualità dell’abitare.
Questo sensibile intervento di recupero curato dallo Studio Bombace, mira ad una riqualificazione integrata per riportare questo spazio nel XXI secolo in concerto con le più recenti normative.
Partiamo dalla geometria come direttrice progettuale: la semplice, seppur efficace sequenza di linea retta, del semicerchio e del quarto di cerchio, diviene infatti il core dell’intervento, definendo in maniera coerente agli spazi esterni il disegno delle partizioni interne e di tutti gli elementi di arredo che completano l’abitazione.
Sposata l’impostazione generale e lo schema distributivo fondato su questo principio geometrico si è avviato con i Committenti il classico appassionante lavoro di definizione materica e cromatica dell’intervento, che ha portato attraverso diverse versioni ad approdare ad un’impostazione sostanzialmente fondata sull’utilizzo del legno di rovere contrapposto al bianco delle pareti; in questo netto dualismo si inseriscono alcune citazioni di marmo calacatta, laddove la funzione, soprattutto per ragioni di resistenza richiede un materiale da questo punto di vista più indicato.
La versione definitiva vede quindi lo spazio giorno diaframmato da delicate ma efficaci partizioni in setti di legno di rovere che innescano un piacevole effetto vedo-non vedo, definendo così l’ingresso, gli spazi di distribuzione, la zona cucina e lo studio. Ancora il legno di rovere viene impiegato per la maggior parte delle armadiature, degli arredi e soprattutto per la boiserie doghettata che riveste tutta la lunga parete a margine del corridoio che costeggia la zona giorno.
La suite padronale, caratterizzata da un’armadiatura a centro stanza che funge da testata letto, accede direttamente al bagno da un pannello scorrevole che svela dapprima la vasca da libera installazione, quindi il grande vano doccia, la doppia postazione lavabo e infine, appartata, la zona sanitari.
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Anche le camere da letto dei figli e i rispettivi bagni risultano organizzati secondo la filosofia di progetto opportunamente interpretata nelle cromie più consone all’età.
L’architetto ci svela alcuni dettagli a prima vista invisibili: “E’ così che la piccolina di casa ritrova anche un simpatico nascondiglio dietro la grande parete tessile retrattile che racchiude il suo guardaroba, ovviamente secondo una geometria dritta curva”.
L’architetto Bombace, romano doc, fonda nel 1990 il proprio studio, la Oficina de arquitectura, operante nel campo dell’architettura e del design. La lunga e attenta analisi delle possibilità espressive dei materiali, delle qualità suggestive e ‘compositive’ della luce, lo studio delle tecniche di esecuzione e la progettazione di nuove architetture d’arredo, caratterizzano la sua attività professionale di questi ultimi anni.
Una figura poliedrica e multidisciplinare, che affianca alla progettazione la passione per altre espressioni artistiche tra cui la fotografia e, in particolare, la musica. Lunga e proficua la sua collaborazione con Listone Giordano, un’affinità elettiva fatta di valori condivisi e volontà comune di ricercare la bellezza nel progettare e nel fare.
La pavimentazione in legno prescelta è parte della linea Parquet Classica in Rovere certificato; eleganza e modernità in un’unica superficie, dedicata a coloro che desiderano vivere all’interno del proprio nido domestico la naturale raffinatezza del legno nella sua forma più essenziale, pura e senza tempo. Una bellezza intramontabile, capace di resistere al passare del tempo e armonizzare ogni progetto d’arredo. Nella tenue colorazione ispirata al pregiato filato di “cashmere”, l’effetto finale è una tessitura lignea che offre l’abbraccio caloroso della naturalezza e richiama antiche origini, pur sprigionando un’energia contemporanea.
Così come nella migliore tradizione del parquet, il legno viene trattato per meglio proteggerlo dagli agenti esterni. La finitura svolge, dunque, un’azione fondamentale contribuendo a valorizzare e mantenere la naturale bellezza della materia.
Photo credits Serena Eller Vainicher
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