Attenzione ai dettagli: “Il proprietario è assopito sul sofà, il clima è fresco, è quasi mezzanotte: faremo uno schizzo della stanza mentre egli dorme […] Parliamo dell’armonia di una stanza come parleremmo dell’armonia di un quadro: infatti entrambi, il quadro e la stanza, sono allo stesso modo sottomessi a quei principi immutabili che governano tutti i vari tipi di arte; e si può dire, con poca differenza, che le leggi, per mezzo delle quali giudichiamo le principali qualità di un quadro, sono sufficienti per apprezzare la sistemazione di una stanza”. La citazione è di metà Ottocento ed è firmata da Edgar Allan Poe (Boston 1809 – Baltimore 1849), ma l’indicazione dell’ora, vicina alla mezzanotte, era indizio prezioso per indovinare l’autore dei più famosi racconti del terrore. È tratta da “Philosophy of Furniture” che lo scrittore americano pubblica nel 1840, quando, poco più che trentenne, ha già dato alle stampe il romanzo “Storia di Arthur Gordon Pym” e una prima serie di racconti che gli daranno fama eterna: la trilogia “Berenice”, “Morella” e “Ligeia”, “La rovina della casa degli Usher”, “Il manoscritto trovato in una bottiglia” e ha sulla scrivania le bozze de “I delitti della Rue Morgue”.  
 
Poe ha scritto molto in pochi anni, racconti soprattutto, mentre la “Filosofia dell’Arredamento” (tradotto per la prima volta in Europa da Charles Baudelaire) è un breve saggio che si apre con una citazione diventata famosa “La filosofia, dice Hegel, è totalmente inutile ed infruttuosa e, proprio per questa ragione, è la più sublime occupazione, quella che più merita la nostra attenzione, e la più degna del nostro entusiasmo”.  
 
Idealmente e con lo stesso titolo, con un salto di oltre un secolo, arriviamo al 1964 e alle pagine di un critico, forse IL critico: Mario Praz che nella sua “Filosofia dell’Arredamento” – sì, il titolo, non casualmente, è lo stesso – scrive: “Nel mio vocabolario ‘Egli non ama la casa’ è una constatazione altrettanto grave e definitiva quanto sarebbe, nel vocabolario di un moralista, una deficienza essenziale del senso etico riscontrata in un suo simile […] Lo stile è l’uomo, la casa è l’uomo; ovvero dimmi come abiti e ti dirò chi sei. Il modo di reagire all’ambiente è per me un indice assai più sicuro del vestito che l’uomo indossa perché l’uomo può essere conscio dell’impossibilità di dar grazia ed eleganza la suo aspetto esteriore, anche con l’assistenza del sarto più magistrale, ma può sempre proiettare intorno a sé il suo ideale di armonia e di bellezza in modo che la sua anima possa specchiarvisi costantemente”.  
 
A metà tra critica e ironia, Poe non risparmia nessuno: “Per noi, in America, il costo di un pezzo di arredamento è diventato, alla fine, il solo criterio di merito dal punto di vista decorativo. E questo criterio, una volta adottato, ha aperto il cammino ad una moltitudine di errori analoghi […] Tutti sanno che un pavimento grande dovrebbe avere una copertura di grandi figure, e uno piccolo di piccole; ma non è tutto questo il sapere nel mondo”. E le sue attenzioni si spostano, come una panoramica cinematografica, dai tappeti (“Un giudice può essere un uomo ordinario, ma un giudice di tappeti deve essere un genio”) alle tende e ai drappeggi, dalle tappezzerie ai rivestimenti di poltrone e divani, dalle tovaglie alle decorazioni, dalle lampade ai vetri, dagli specchi alle cornici, dai tavolini ai marmi, dai vasi ai candelabri.  
 
Precisa il curatore del volume Gianluca Burgio: “L’atto dell’arredare la casa può essere inteso come un atto di conquista di uno spazio, ed è un atto che si compie ormai da millenni. I mobili, l’arredo e la decorazione sono gli strumenti di quest’atto, dietro il quale si delineano questioni sociali, economiche, funzionali e figurative”. La casa diventa un’esperienza multisensoriale e multidimensionale, un museo dell’anima, dunque, e forse al pari della pittura, della scultura, dell’architettura, l’arredo rivela lo spirito di un’epoca, senza dimenticare che “Un’eccessiva precisione rovina l’aspetto di molte stanze”.  
 
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Gli italiani esprimono gusto nei colori e nella scelta dei marmi. Da Edgar Allan Poe La Filosofia dell’Arredamento @TorridelVento Edizioni via @danilopremoli #OneListoneGiordano https://www.listonegiordano.com/one/author/danilopremoli/

I cinesi hanno un’immaginazione accesa ma del tutto inadeguata. Da Edgar Allan Poe La Filosofia dell’Arredamento @TorridelVento Edizioni via @danilopremoli #OneListoneGiordano https://www.listonegiordano.com/one/author/danilopremoli/

In Spagna ci sono tende dappertutto. Da Edgar Allan Poe La Filosofia dell’Arredamento @TorridelVento Edizioni via @danilopremoli #OneListoneGiordano https://www.listonegiordano.com/one/author/danilopremoli/

I russi non arredano le proprie case. Da Edgar Allan Poe La Filosofia dell’Arredamento @TorridelVento Edizioni via @danilopremoli #OneListoneGiordano https://www.listonegiordano.com/one/author/danilopremoli/

Solo gli Yankees vanno contro il senso comune. Da Edgar Allan Poe La Filosofia dell’Arredamento @TorridelVento Edizioni via @danilopremoli #OneListoneGiordano https://www.listonegiordano.com/one/author/danilopremoli/

 
 
Edgar Allan Poe
La Filosofia dell’Arredamento

a cura di Gianluca Burgio
Torri del Vento Edizioni, 2017
pp. 88
Isbn 9788899896355
 
di Danilo Premoli – Office Observer  
 
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