ex fornace riccione

Nella categoria Interventi di Riqualificazione Edilizia, la giuria dei
Premi In/Architettura 2020 ha deciso di assegnare una “Menzione Speciale” all’opera: Recupero della ex-fornace di Riccione, Pietro Carlo Pellegrini

Committente: Comune di Riccione
Progettisti: Pietro Carlo Pellegrini
Impresa: UNIECO soc. coop.

L’architettura può essere fuoco, o nascere dal fuoco, e rimanere tale dopo essere stata trasformata dalla cottura dell’argilla in forma, in spazio, in un altro pezzo di città, ci vuole la sapienza antica dei maestri per renderla attuale attraverso l’azione ferma e coerente di un grande architetto, e Pellegrini è tutto questo, perché riassume la forza rinascimentale con lo slancio della contemporaneità.

La scelta dei materiali, e del materiale principe raddoppia la difficoltà del progettista per piegare alle esigenze della sua polimorfa idealità il volume, i volumi finali, senza rinunciare mai allo scopo al principio che pone l’artefice come sommo responsabile etico dell’estetica della sua opera.

Una sfida culturale che Pellegrini supera con leggerezza mantenendo la profondità del pensiero generatore, da una fornace attiva, la trasformazione di un ex-fornace, mattone, sopra il mattone, colore rosso sopra l’ocra, e il risultato mantiene intatto il calore dell’emozione in tutta la profondità del suo significato.

ex-fornace di Riccione, Pier Carlo Pellegrini

Non è una sorpresa nell’Opera di Pellegrini che da tanti anni incastona nel paesaggio italiano pietre preziose e forme indimenticabili dove ogni particolare vive la sua utilità in relazione alla complessità delle inter-relazioni.

LEGGI ANCHE – Memoriale della Shoah di Milano: In/Arch premia lo Studio Morpurgo De Curtis

In questo caso le nuove funzioni si adattano in maniera talentuosa all’interno dell’antico spazio di lavoro (1908), creando occasioni di scambio tra la riqualificazione della città attraverso momenti di incontro e di socializzazione e la costruzione di una nuova scuola e del Teatro.

La materia antica, il mattone in questa architettura esprime la luce più pura, crea il dialogo vivo e attuale tra passato e futuro, in una sequenza indistinta dove la storia evolve, e la quotidianità si trasforma all’interno del nuovo spazio pubblico.

ex-fornace di Riccione, Pier Carlo Pellegrini

Pellegrini rivaluta metaforicamente la materia originaria, ne stabilisce un nuovo “inizio” dando spazio alla capacità di una passione estetica mai sopita nel tempo, tutto in questo progetto articolato si può leggere dal “prima al dopo”, e viceversa, ed è l’atteggiamento corretto che l’artefice deve mantenere affinché l’architettura risulti padrona del proprio tempo.

Menzione meritata perché stabilisce un principio inalienabile della qualità della bellezza, quella autonomia scevra da percorsi “alla moda”, che caratterizzano tutte le evoluzioni stilistiche di vera densità culturale.

Un approdo sicuro nella convulsa ricerca del “calore contemporaneo”, quel colore così marcato che rende deciso il racconto che anche questa volta Pellegrini ha voluto regalarci, e per questo non possiamo che ringraziarlo, come abitanti di città e come critici.

ex-fornace di Riccione, Pier Carlo Pellegrini

(Il progetto riguarda il recupero della ex-Fornace di Riccione, complesso industriale adibito alla produzione di laterizi, costruito nel 1908 e dismesso nel 1970. L’area complessiva di intervento misura mq. 40.000; la superficie coperta è di mq. 3.400 totali.

LEGGI ANCHE – Lavazza Headquarters – con Cino Zucchi – vince il premio In/Architettura 2020

Le vecchie destinazioni lasciano posto alle nuove, sfruttando le possibilità spaziali dei vecchi corpi di fabbrica, che mantengono così le loro forme, memoria storica del luogo: nei corpi di fabbrica troveranno posto una Scuola Media di 18 classi per un totale di 450 alunni, un Teatro multifunzionale da 650 posti, una sede ad Uffici, oltre alla sistemazione degli spazi esterni.

ex-fornace di Riccione, Pier Carlo Pellegrini

“Per questa volta volevo fare giustizia dell’odio per il meraviglioso che imperversa in certi uomini, del ridicolo sotto il quale vogliono farlo cadere. Parliamo chiaro: il meraviglioso è sempre bello, qualsiasi meraviglioso è bello, anzi non c’è nient’altro di bello che il meraviglioso”

Andre Breton, Manifesti del Surrealismo, intr. Di G. Neri, trad. di L. Magrini, Einaudi, Torino 1966.

Seguici sui nostri canali per restare sempre aggiornato:

×