Lo Studio di architettura biro+ taglia per primo il traguardo dal concorso per la riqualificazione di Borgo Paraelios, un delizioso complesso alberghiero situato nei Comuni di Poggio Catino, Forano e Cantalupo in provincia di Rieti.
In una società, in particolare quella Italiana, al limite del “bipolarismo”, in altalena tra gerontocrazia del potere e una forma di idolatria pagana della giovinezza, il percorso intrapreso da questo studio di architettura dimostra che camminare in una terra di mezzo si può.
Ugo Foscolo scrisse “Ultime lettere di Jacopo Ortis” nel pieno della sua giovinezza, a diciannove anni, animato dal sacro fuoco della passione, da alti ideali, sogni e illusioni (alcune destinati a infrangersi). Caratteristiche endocrine dei vent’anni ci inducono a credere che, grandi imprese, possono essere compiute in giovane età.
Il fulgido esempio di questo studio composto da professionisti trentenni testimonia che si può lasciare un segno a qualsiasi età, anche ad inizio carriera senza portare tatuato sulla pelle il simbolo della saggezza derivante dall’età e dall’esperienza, senza essere figli d’arte, né tantomeno Archistars.
In fondo la biro è la dotazione minima e sufficiente per affrontare la quotidianità del mestiere di architetto, per la nascita di un nuovo progetto, per un appunto, per la stesura di un testo, per la lista delle cose da fare.
+ è la consapevolezza della dimensione di gruppo e l’apertura a possibili scenari futuri, alla commistione, allo scambio, alla collaborazione.
Biro+ è uno studio di architettura e design d’interni che nasce dal desiderio e dalla volontà dei suoi componenti di mettere in comune talenti e formazioni diverse al servizio di un obiettivo comune: dare risposta ai problemi dell’abitare con soluzioni di buona architettura, in una chiave di progettazione dal respiro internazionale.
Lo studio, con sedi a Bari e Milano, lavora su progetti in Italia ed in Europa, mettendo a sistema l’uso sapiente dei materiali e la cura dei dettagli propriamente locali con l’avanguardia tecnologica e compositiva tipica di un’architettura dal valore universale.
Al concorso organizzato per la riqualificazione di Borgo Paraelios, un complesso alberghiero in provincia di Rieti da portare a nuova vita, biro+ si è aggiudicato il primo premio tra le dieci giovani eccellenze del panorama architettonico italiano invitate a partecipare. Il concorso, organizzato da Archistart e promosso da Sardi immobiliare, diventa quindi l’occasione per confrontarsi sul campo di un innovativo progetto di recupero e valorizzazione di un’area ricettiva ad alta potenzialità e inserita in un contesto paesaggistico di pregio.
“Nessuno disegna tanto per disegnare. Disegnare non è un hobby. Disegnare, in architettura, significa dover risolvere un problema. (…) Anche la penna deve essere banale, leggera, anonima e disponibile in ogni angolo della città.”
Non capita tutti i giorni che uno studio di architettura di 30enni venga invitato a partecipare a una competizione ristretta. Solitamente gli investitori si rivolgono direttamente a studi grandi, o quantomeno più grandi e strutturati, per realizzare questo topo di progetto. Ma questa volta, grazie ad una “chiamata” nel nome della tanto sbandierata meritocrazia, ad emergere è uno studio più piccolo e giovane.
Merito anche dell’Associazione Archistart, che ha deciso di puntare su 10 “giovani eccellenze” invitandole a partecipare. «Niente archistar o firme già affermate nel panorama dell’architettura italiana ed internazionale per questo progetto, ma una ricerca tra i giovani talenti per portare creatività e innovazione in un progetto di rigenerazione urbana»
Il ruolo del talent scout è rischioso, ma chi saprà scoprire i diamanti grezzi tra le nuove generazioni di architetti italiani? Le archistar del futuro che non riescono a farsi strada, semmai esistano veramente. (Renzo Piano aveva 40 anni quando si aggiudicò il progetto che avrebbe fatto decollare la sua carriera verso l’Iperuranio: il Centro Pompidou di Parigi).
Difficile sapere se sia venuto prima il cambiamento culturale o economico. «Probabilmente la nostra generazione non è più una generazione fatta da singoli», dichiara Giusi Paternò, uno degli architetti di Biro+ e coordinatrice del progetto vincente.
Si tratta di un modo per moltiplicare le competenze, ma anche i contatti. «Noi siamo già in 6, ma ci è capitato nel corso di un anno di fare tanti studi insieme a persone come noi. Per esempio abbiamo una collaborazione stabile con uno studio tedesco, che ha più o meno 200 dipendenti, che ci permette di fare lavori che qui non faremmo. Anche la scelta di essere divisi tra Bari e Milano è un vantaggio, perché non dobbiamo spartirci il mercato locale. Se fossimo soltanto a Bari non sopravvivremmo».
Il passaggio in studi più grandi e prestigiosi può essere una tappa importante anche per chi, come nel caso degli architetti di Biro+, decide in un secondo momento di mettersi in proprio. Così facendo si acquistano competenze ma anche fiducia nelle proprie capacità e la voglia di impegnarsi per investire le proprie energie in un proprio progetto.
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«A questo tipo di concorso avrebbero potuto partecipare i nostri datori di lavoro un anno fa, ma il progetto l’avremmo fatto comunque noi. Noi tutti abbiamo lavorato in studi più grandi – io tra Bari, Lecce e Milano. Un collega ha lavorato in Svezia, altri in studi più grandi a Bari».
Ognuno ha rincorso la propria vocazione, pur restando aperto ai cambiamenti e plasmandosi alle diverse esigenze: c’è chi è interessato a costruire grandi palazzi, altri con predilezione verso agli interni e chi invece, come Giusi Paterno, era appassionata di spazi pubblici e di rigenerazione urbana e adesso affronta la sfida di lavorare ad un progetto di hotellerie e si racconta così «Io ho vissuto questo dualismo nella mia vita professionale precedente perché lavoravo in uno studio che si occupava di rigenerazione urbana ma mi capitava anche di lavorare per un altro studio di Milano che si occupava di interni. Insomma, vivevo già questo dualismo e cerco di continuare a viverlo».
Borgo Paraelios è un progetto con un’anima, fatto di piccole residenze circondate e unite dall’acqua, l’Hotel è anche un parco termale. Spazi ampi con viste estese, a perdita d’occhio, sulla campagna. «Abbiamo vinto perché abbiamo valorizzato il paesaggio», dice Paterno. Si vede, per esempio nella scelta dei rivestimenti «che ricordano i toni della terra e della roccia».
Per un ulteriore approfondimento vi invitiamo a leggere anche l’articolo su open dedicato alla notizia.
Il progetto nel dettaglio sul sito di Biro+ – https://birostudio.it/progetto/borgo-paraelios/
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