Grasse County a firma dell’architetto: Chou Shuyu

Xiangshan Qingqin disegnata da Baptiste Bohu

L’architettura è l’elemento che rende più evidente la trasformazione di Pechino da città antica a capitale cosmopolita. In una realtà fatta di hutong – le tipiche strette viuzze – muri di mattoni grigi e palazzi rossi, le presenze moderne come il Water Cube: il nuovo centro acquatico, il Bird Nest lo stadio a forma di nido, l’Uovo l’Opera di Pechino sembrano essere cresciute come “giovani piante” dopo un lungo inverno.

Il dinamismo della città attrae ormai le più quotate firme internazionali dell’architettura e del design, ma anche giovani architetti cinesi riescono ad esprimere qui la loro creatività e personale visione, ponte tra Occidente e Oriente.

Alcuni quartieri della città offrono corridoi verdi  dove passeggiare e cresce la volontà di progettare spazi esterni piacevoli e godibili. Molti edifici costruiti nella Cina moderna si rifanno all’architettura americana del XX secolo, ma di recente assistiamo ad una “emersione” in superficie di una tendenza verso  progetti basati su valori asiatici, e Pechino sarà un laboratorio a cielo aperto di nuovi modelli e sperimentazioni.

Casajolie è un dinamico gruppo imprenditoriale, che investe nella promozione dei migliori brand nel settore dell’arredo e design, italiani ed europei, con basi strategiche situate nelle principali metropoli, oltre alle sue “ambasciate” culturali di Pechino e Shanghai.

Fondato nel 2004, nella fase calda dello sviluppo economico cinese, vede al vertice Owen Dong: un imprenditore aperto al mondo, curiosamente innamorato dell’Umbria,  anche se di formazione internazionale, che ha dato vita ad un modello di concept store puntando sulla sua passione e conoscenza dei prodotti ‘’made in Italy’’. 

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Il suo principale obiettivo, fin dall’inizio, è stato quello di introdurre sul mercato cinese la “cultura” di prodotto, ed in particolare quelli del settore dell’arredamento e finiture alto di gamma con il valore aggiunto del design e ad alto contenuto di personalizzazione per andare incontro ad un segmento luxury in forte ascesa.

Una clientela selezionata, oltre che progettisti ed interior designer, sono il pubblico di riferimento ed un asset strategico per Casa Jolie, che si rivolge sia alla comunità cinese che internazionale presente nelle principali metropoli. Il suo business model si contraddistingue inoltre per un atteggiamento mentale positivo, frutto dell’antica cultura cinese e alla capacità di guardare alla vita con ottimismo, seguendo i dettami della creatività, il rapporto con la natura e la qualità dei prodotti che sceglie.

Dopo quasi due decenni di febbrile sviluppo, Casajolie ha saggiamente tessuto una rete di relazione realizzando così oltre venti store dedicati tra Pechino, Shanghai e il resto del paese.

Molti dei vecchi distretti della capitale, ora votati all’arte, e quartieri fiammanti disegnati dalle archistar, ospitano luoghi del design, dove sembra di respirare sorprendentemente l’atmosfera milanese carica di energie e vibrazioni che si trasmettono attraverso la città durante le giornate dedicate al design, al mobile e all’arte.

La vitalità di Pechino è ben rappresentata anche dalla storia di alcune delle sue periferie in cui non esistevano neanche palazzi e tre decenni dopo, può capitare di sorseggiare vino all’Atmosphere Bar, ultimo piano della World Trade Center Tower III, con i suoi 330 metri l’edificio più alto della città.

Abbiamo scelto di presentare due progetti residenziali ospitati entrambi a Pechino, ben distinti e separati, ma uniti dalla personale ricerca dei progettisti nel senso di un nuovo lusso, dove la storia incontra ed accoglie elementi di modernità e materiali non tradizionali.  Ogni villa è concepita con un design unico dando riconoscibilità ed eterogeneità al quartiere residenziale che le ospita, adagiandole nell’alcova di viali nel verde e scegliendo per gli interni superfici protagoniste declinate tra pietre, marmi e legni naturali integrate a tecnologie ed impianti all’avanguardia.

I due studi di progettazione Chou Shuyu e Baptiste Bohu hanno lavorato sul concept di ville moderne, secondo canoni che potremmo definire “neo-classici” dell’architettura, sviluppate su più piani circondati da una curata vegetazione che risponde a precisi criteri di privacy e protezione.

Ogni progettista ha dato una propria versione della composizione dei volumi che ospitano la convivialità e l’accoglienza, dalla spaziosità dell’ambiente giorno, alla riservatezza delle camere, lo studio e le aree servizi.

Gli interni sono stati pensati esaltando proprio il tema del contrasto e “opposizione” di stili, colori e materiali, forte è la presenza di un gusto classicheggiante giocato sugli arredi, l’utilizzo di marmi e materiali preziosi, non dimenticando forme e volumi.

La matericità e la scelta del legno introduce un ingrediente di sobria eleganza e naturalezza seppur utilizzando due cifre stilistiche opposte: una punta sul design più spinto con la collezione Foxtrot disegnato da Matteo Nunziati per Natural Genius – la collezione parquet imbevuta di spirito contemporaneo –  in un’ intensa colorazione cioccolato extra dark Testa di Moro; mentre l’altra più discreta e bisbigliata dalle tonalità dorate del miele nasce dal Civita Filigrana della collezione Atelier. In entrambi gli ambienti l’illuminazione e gli scorci di luce apportano un contributo sostanziale nel definire e scolpire i contorni e le profondità. 

I bagni della casa sono caratterizzati da ampie dimensioni e la scelta di un lusso che si concentra sui dettagli e le finiture, mentre nella zona living e cucina possiamo ritrovare elementi di contemporanea razionalità e cromie dai forti contrasti, schemi compositivi rotti dal guizzo di arredi antichi, tessuti e tappeti generosamente presenti negli spazi dedicati sia alla notte che al giorno.

Al giorno d’oggi si parla, anche in Cina, molto più di natura, quasi sempre in contrapposizione con il “costruito”. Naturale e artificiale (edificato) sono descritti come due elementi separati, molto spesso opposti. Si pensa che gli edifici siano artificiali e la natura sia naturale. La sfida per il futuro sarà trovare il punto di equilibrio e costruire un’architettura in consonanza e in dialogo con la natura.

Questa apparentemente naif ma esistenziale domanda, racchiude una delle grandi differenze tra oriente e occidente: il rapporto tra uomo e natura. In una brutale sintesi, nel primo caso il mondo è visto nel suo complesso e i due elementi che lo compongono sono in un costante rapporto armonico e fluido, mentre l’occidente tende a distinguere pragmaticamente i due campi evidenziandone le differenze, in un continuo processo di astrazione.

La figura dell’architetto ben descrive la parabola cinese che ha caratterizzato la storia recente. Con i sui edifici dalle forme radicali è sempre stato un simbolo della dirompente crescita economica cinese con migliaia di metri quadri progettati e costruiti che lo hanno portato al successo internazionale.

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Nell’era del villaggio globale, le architetture private costruite nelle grandi metropoli asiatiche possono fornire nuovi punti di vista sui temi classici dell’architettura contemporanea, ma vanno osservate a mente aperta, senza fermarsi né alla forma né alla dimensione tutta cinese degli edifici, in cui spesso le vertiginose torri residenziali assomigliano a ripetizioni in serie di edifici realizzati con metodo che potremmo definire “industriale” uguali a se stesse.

Per le nuove generazioni, a differenza di quanto avveniva in passato, il design interpreta un ruolo fondamentale, non solo nella moda, e ha finito per conquistare sempre più i luoghi dell’abitare, l’architettura. Gli strumenti che vengono utilizzati nella vita quotidiana diventano prodotti di design. Tutto questo ci aiuta a capire che la visione di Casa Jolie è illuminante, ci ha aperto un mondo nuovo, ed è oggi in grado di offrire tutto ciò di cui Pechino, e la Cina,  ha bisogno.

Progetto Grasse County Private Residence – Pechino

Architetto: Chou Shuyu

Prodotto Foxtrot Testa di moro and Heritage Civita1695

Area: 900 mq

Anno: 2019

Photo: Li Shengyang

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Chou Shuyu è l’architetto e co-fondatore dello studio di design Qingting con una carriera alle spalle caratterizzata da una continua ricerca e desiderio di rottura dei linguaggi di progettazione più retorici e convenzionali. Il suo pensiero lo spinge verso una visione integrata della progettazione, dal forte senso artistico, all’interno della quale l’architettura e il design tengano in considerazione riferimenti spaziali e volumetrici, ma anche il vissuto dei residenti che prenderanno possesso del suo “costruito”. 

Progetto: Xiangshan Qingqin Villa Private Residence – Pechino

Architto: Baptiste Bohu

Prodotti: Rovere Civita 1140 a Spina Italiana e Rovere Civita 1695 posa a correre

Area: 200㎡

Year: 2019

Photo: Lei Tantan

La laurea presso la Business School lo avrebbe guidato dritto dritto verso una carriera finanziaria di successo, ma la sua indomabile passione per il design ha stravolto I suoi piani e lo ha destinato ad altro.  Baptiste Bohu ha aperto il suo studio nel 2008 per dedicarsi alla progettazione d’interni, senza compromessi.  

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Il suo retroterra familiare nel settore delle costruzioni è stato di grande aiuto, e gli ha permesso di acquisire velocemente competenze tecniche d esprimere pienamente il tuo talento artistico e creativo, che si è affinato nel corso delle sfide imposte da un’esigente ed esclusiva clientela.  Il suo personale stile di progettazione, elegante e riconoscibile, è contrassegnato da contaminazioni Art Deco, dal classicismo francese e dall’arte contemporanea che Baptiste sa miscelare con grande gusto ed ironia. Il suo studio offre servizi di progettazione chiavi in mano sia nel settore residenziale che in quello commerciale, rivolgendosi ad una committenza sempre più internazionale e cosmopolita.  

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