Questo progetto, firmato dallo studio Milad Eshtiyaghi, fa parte di una serie di realizzazioni dedicate alle case “in pendenza”. Un nuovo capitolo si è aggiunto (il numero 4) a questa collana di architetture in precario equilibrio: una sfida alla forza di gravità. La committenza era rimasta affascinata dal precedente costrutto, definito semplicemente Slope House 2 messo a dimora in Perù ,mentre una versione di cabina rifugio si erge su un pendio di Gilan (in Iran) lungo le rive di un fiume. Qui, l’edificio è sospeso dal suolo in modo da ricevere la giusta ventilazione su tutti i lati evitando il contatto con l’umidità del suolo.
Una struttura a traliccio collega l’edificio al terreno con un ponte d’ispirazione “tibetana” che designa il percorso di ingresso.
L’inclinazione della casa risponde alle specifiche esigenze climatiche del luogo, con ampie terrazze sui quattro lati, e una spettacolare tettoia che protegge la porta d’ingresso.
Dall’’interno si gode una magnifica vista panoramica sul versante sud, est e ovest incorniciata da gigantesche vetrate, che ritraggono il fiume e il verde degli alberi, rendendoli i veri protagonisti dell’interior.
Forte di queste diverse esperienze euristiche a varie latitudini del pianeta (dalla California alle Dolomiti), l’architetto ha congegnato un rivoluzionario progetto che potesse rispondere al meglio sia alle esigenze del cliente, che alla geografia dello stato dell’Ohio. Milad Eshtiyaghi è un giovane architetto iraniano (anno 1994), che in breve tempo è riuscito a costruirsi una forte identità progettuale e lasciare la sua impronta nella sconfinata prateria dell’architettura internazionale con progetti abitativi che sembrano voler sfidare la fisica: curiosi, estremi, caratterizzati da una spiccata attenzione all’autosufficienza energetica. Immersi nella natura, queste originali creature seguono i dettami di un design sostenibile arricchito da una buona dose di comfort, atmosfere irradiate da un lusso “composto” con materiali naturali (tra cui il legno la fa da padrone), mentre intensi colori scuri competono con le tonalità delle ombre.
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Il disegno di SLOPE house dal profilo molleggiato – ricorda la posa plastica della scultura de Le Pensuer di Rodin assorto nella sua arte – è costituito da una sorta di arto protesico appoggiato al terreno per poi allungarsi tracciando il perimetro esterno e definendo, allo stesso tempo, la forma dello spazio interno. Nell’intimità domestica una fascia vetrata si snoda da terra fino al soffitto mantenendo così un collegamento visivo con lo spazio-tempo della quarta dimensione. Su entrambi i lati dell’ingresso, due alberi si uniscono al volume delineandone il portale d’accesso.
Il principio ispiratore – ha dichiarato il progettista – è incarnato dall’immagine di una persona seduta sulla superficie inclinata immersa in contemplazione del paesaggio circostante.
Una progettazione “terrestre” che prende abbrivio dal suolo e scivola lungo il pavimento ad altezza del suolo, sale a muro a un livello più alto, il tetto del progetto sovrasta il tutto, si slancia verso il cielo aprendosi all’infinito.
La forma plastica del progetto è divisa in due parti per mezzo di un asse centrale. A sorpresa, un albero perde la sua funzione decorativa e assume un ruolo strutturale, diventando corpo di demarcazione tra pavimento e soffitto; elemento integrato al progetto sposta l’attenzione dalla terra al cielo.
Nel resto della casa, per godere della luce naturale, sono stati installati due lucernari ad ampio spettro e strategicamente posizionati rispettivamente sopra al salotto e sopra la sala cinema. Il secondo lucernario, sfruttando la pendenza del terreno e la presenza dei pannelli da aprire o chiudere all’occorrenza, crea giochi di luce e aiuta a creare la perfetta atmosfera per qualsiasi occasione: guardare un film in compagnia, isolarsi dal resto della casa o per ospitare un momento conviviale.
Un design con una marcia in più, unico nel suo genere, che punta a distinguersi come tutti i progetti di Milad Eshtiyaghi (ça va sans dire).
In questo orizzonte di progetti ad alto impatto scenografico, segnaliamo anche l’edificio Serra – dall’effetto Glasshouse – nell’isola di Cipro. Da lontano l’occhio si può ingannare credendo di vedere un qualsiasi condominio residenziale mentre in realtà, avvicinandosi al portone, si rimane piacevolmente sorpresi nello scoprire che l’intera facciata si staglia come un’immensa griglia vetrata a tutta altezza. Questo utilizzo della facciata, oltre a rendere più sicura la residenza, dona più luce agli interni, dando così la possibilità di scegliere arredi, complementi o finiture dai toni scuri, senza per questo creare pesantezza o senso di chiusura degli spazi.
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Il progetto si distingue ovviamente per la facciata, ma anche per la terrazza centrale con piscina e un’area logge semi aperta accessibile a tutti i condomini. Grazie all’abbondante utilizzo di piante negli appartamenti e negli spazi comuni il progetto di Milad Eshtiyaghi diventa una vera e propria oasi in centro città.
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