Dal 30 maggio al 28 luglio 2024 Palazzo Reale ospita la mostra “Piermarini a Milano. I disegni di Foligno”, che mette in evidenza l’evoluzione dell’architetto Giuseppe Piermarini, uno dei maggiori architetti italiani del XVIII secolo, la cui impronta neoclassica si può ancora oggi ammirare negli edifici di più grande rilevanza di Milano e della Lombardia.

La mostra immerge lo spettatore nei disegni preparatori – provenienti dal Fondo piermariniano istituito nella Biblioteca della sua città natale, Foligno – una selezione che comprende dai suoi primi studi a Roma, fino alle grandi opere in Lombardia, con attenzione particolare per Milano e Palazzo Reale, sede della mostra.

Oltre alla presenza di disegni del Fondo folignate, saranno esposti alcuni plastici architettonici in prestito da Palazzo Trinci a Foligno e dal Museo Teatrale della Scala.

L’esposizione rientra nell’ambito delle iniziative di valorizzazione di Palazzo Reale come membro del network ARRE – Association des Résidences Royales Européennes, che riunisce circa trenta residenze reali in Europa.

Una mostra Comune di Milano Cultura | Palazzo Reale | Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno | Comune di Foligno

A cura di Alessia Alberti, Emanuele De Donno, Marcello Fagiolo, Simone Percacciolo, Marisa Tabarrini, Italo Tomassoni e Paolo Verducci.

“Nel 1769 il Vanvitelli lo conduce con sé a Milano,
dove avrebbe dovuto trasformare l’antico Palazzo ducale accanto al Duomo; ma, irritato dalle inframmettenze
e dalla tirchieria della corte, torna a Napoli cedendo ogni incarico all’allievo, il quale fece opera all’esterno, forse un po’ troppo semplice, ma all’interno
rispondente con molto decoro al tema e all’uso,
specie nel fastoso gruppo di sale e saloni imprimendovi le due caratteristiche dell’ingegno suo:
un’organica chiarezza di concetto e una raffinata aristocrazia di forma (1769-1778)”. Dizionario Treccani

Finalmente, il grande architetto Umbro, nato a Foligno torna nella sua città d’adozione per regalarci alcuni pregevoli esempi del fondo dei disegni conservati nella sua città di nascita.

Il rapporto con Milano durato oltre trenta anni, dopo che Vanvitelli il suo maestro abbandona la città, e si configura perché nessun altro progettista ha lasciato un’impronta così innovativa e profonda, a partire dal teatro alla Scala, alla Villa Reale di Monza ai palazzi patrizi edificati in quegli anni straordinari.

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 Piermarini incarna quell’ideale che fonde innovazione estetica e controllo della forma che hanno fatto del neoclassico, la cifra stilistica della città e delle sue parti migliori.

Qualche anno fa, Panzeri Illuminazione aveva realizzato un iconico sistema illuminante per lo Scalone Monumentale di Palazzo Reale, con una spettacolare forma di dialogo tra antico e contemporaneo che dimostra la modernità dei progetti piermariniani, la loro attualità fuori dal tempo suggellata anche da quell’importante progetto illuminotecnico.

Strano tragitto ha lo sviluppo dell’arte magistrale dell’architetto Giuseppe Piermarini che si ritrova a dover inventare uno stile ben sintetizzato dai termini: chiarezza di concetto ed aristocrazia di forma, che associa due opposti concettuali per definire una poetica che segna la città di Milano per oltre trent’anni e per sempre.


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