Sono i giardini della Marinaressa (fuori dal perimetro dell’Arsenale) ad ospitare il primo prototipo di casa per gli sfollati progettato da Norman Foster (si contano più di 100 milioni di rifugiati e sfollati a livello planetario) e la mostra che illustra l’intero processo pro-creativo è visitabile a Palazzo Mora.
La Norman Foster Foundation e Holcim uniscono le forze per dare voce e offrire una soluzione concreta alla crisi abitativa con Essential Homes.
Il primo modulo sperimentale, una sorta di futuristico igloo, è frutto di un progetto di ricerca sul concetto di abitazione pensato per le comunità di sfollati abituate a vivere per anni in insediamenti temporanei – a causa di disastri naturali o provocati dall’uomo – fornendo un guscio capace di provvedere a esigenze di sicurezza, comfort e benessere certamente al di sopra delle tende utilizzate fino ad oggi.
Ampliando il perimetro di possibilità applicative, il concetto di affordable housing punta a realizzare abitazioni a prezzi accessibili per i milioni di senzatetto presenti sulla terra: Le Nazioni Unite hanno documentato che ci sono circa 1,6 miliardi di persone che vivono senza casa o in situazioni di indigenza abitativa in tutto il mondo.
Gli architetti spagnoli Alberto Cendoya e Diego López della Norman Foster Foundation, sotto la vigile supervisione del Presidente Norman Foster in persona, si sono interrogati su come si possano garantire a tutti, comprese alcune delle popolazioni più fragili della terra, l’accesso a condizioni di vita sane e dignitose. E’ stato scelto l’autorevole palcoscenico della Biennale di Venezia per esporre il loro work-in-progress, risultato di alcuni mesi di intensa attività in collaborazione con l’azienda Holcim, che ha portato alla realizzazione del primo prototipo abitativo. Il progetto, che ambisce ad essere industrializzato per ridurre i costi e tempi di produzione, prevede una serie di soluzioni edili sostenibili, rendendolo efficiente dal punto di vista energetico, grazie al taglio drastico delle emissioni di carbonio, e circolare, illustrando la possibilità di un modello sostenibile per tutti.
I moduli abitativi, per meglio dire le case prefabbricate, potranno essere assemblate in loco (in poco più di 24 ore una volta a regime) ottimizzando i tempi di costruzione e rappresentando una valida alternativa – a lungo termine – agli asettici rifugi temporanei. Il prototipo presentato nella splendida cornice dei giardini – con la sua postazione parking per la bici – è altamente sostenibile con emissioni a meno 70% di CO2 rispetto agli edifici convenzionali.
A basse emissioni di carbonio, efficiente dal punto di vista energetico e circolare, il progetto integra una serie di soluzioni Holcim all’avanguardia in tema di edilizia sostenibile.
Essential Home presenta alcune interessanti funzioni in termini di materialità e funzionalità. Comprende, ad esempio, l’uso di lastre di cemento arrotolabili a basso contenuto di carbonio (- 20%), che fungono da involucro esterno fornendo una sicurezza ottimale. Inoltre, questo tipo di calcestruzzo arrotolabile è una soluzione facile da installare, che utilizza fino al 95% di materiale in meno rispetto alle applicazioni standard.
Per collegare tra loro più abitazioni, sono stati costruiti percorsi permeabili utilizzando il calcestruzzo a basso contenuto di carbonio ECOPact. Questi percorsi agili favoriscono non solo l’interscambio e il senso di comunità, ma apportano dei benefici in quanto incorporano anche aggregati che assorbono la luce. Questi aggregati riflettono la luce naturale di notte, riducendo così al minimo il consumo di energia e l’inquinamento luminoso.
Il comfort termico all’interno delle abitazioni viene raggiunto grazie ad innovativi sistemi di isolamento ad alta efficienza energetica, applicando pannelli levate per migliorare l’isolamento termico e acustico a base di schiuma minerale Airium a basso contenuto di carbonio. Questa soluzione permette di comprimere al massimo il consumo energetico. Inoltre, il programma ECOCycle® di Holcim promuove buone pratiche di “costruzione circolare”, come ad esempio l’utilizzo di materiali di demolizione riciclati per creare una base resistente alle intemperie per la nostra Casa Essenziale.
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Jan Jenisch, CEO di Holcim, non cela la sua soddisfazione: “Sono molto entusiasta del potenziale impatto che questa collaborazione può avere. Permette di costruire case essenziali con alcune delle nostre soluzioni edilizie a basse emissioni di carbonio, efficienti dal punto di vista energetico e circolari, mostrando come l’edilizia sostenibile possa essere possibile per tutti”.
La modularità è un altro segno distintivo di Essential Home, e a fine vita, ogni suo componente può essere facilmente smontato e riutilizzato o riciclato. Pertanto, per creare un futuro vantaggioso sia per le persone che per l’ambiente, il progetto di ricerca sulle case essenziali avvia una discussione fondamentale per rendere gli edifici sostenibili accessibili a tutti.
Utilizzando una tela di cemento viene creata una struttura a griglia che offre sicurezza e durabilità fino a 20 anni. Il progetto sta riscuotendo grande interesse – e curiosità – da parte di soggetti pubblici e privati, puntando dritto all’obiettivo di fornire alloggi essenziali ad un prezzo accessibile (si punta a scendere sotto i 20 mila euro per circa 36 metri quadri di superficie) e con emissioni di carbonio fortemente ridotte.
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Per anticipare ogni polemica, va ammesso che il costo è superiore a quello medio degli alloggi temporanei standard, bisogna altresì tenere nella giusta considerazione non solo le premesse etiche, ma il ciclo di vita più lungo (fino a due decenni) di cui gode la casa e tutti i vantaggi economici ed ecologici di vivere in una casa autenticamente sostenibile.
Una visione lungimirante e un impegno generoso a favore di milioni di esseri umani che reclamano, spesso inascoltati, il loro diritto ad avere un posto nel mondo. E che questo sia un luogo costruito per favorire il benessere psicofisico e garantire un accettabile livello di dignità umana, oltre a rispettare l’ambiente di cui siamo parte integrante.
“Come architetto sono sempre stato interessato a quella che chiamiamo architettura senza architetti. In altre parole, parlo di edifici come i fienili e i mulini a vento, che appartengono a un’epoca passata e non cercano di essere altro. Questa corrente relativa a un approccio più elementare alle abitazioni, la cosiddetta architettura vernacolare, mi ha sempre interessato.
Il progetto Essential Homes incarna questo concetto e dà una sensazione piacevole a chi visita il prototipo. ‘Mi piacerebbe passare una notte qui’, dicono spesso. È una casa progettata per ripararsi in caso di tempesta, tifone o terremoto, ma che può essere abitata anche in circostanze normali”, ha dichiarato Sir Norman Foster, ipse dixit.
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