E’ lo studio di progettazione Depaolifrancescibaldan nato dalla collaborazione tra Alessandro De Paoli e Mirco De Franceschi (e poi apertosi ad altre energie) a firmare questo sorprendente progetto residenziale tutto da scoprire. Fortemente votato a progetti di architettura residenziale (e direzionale), pone particolare attenzione alla ricerca di soluzioni innovative nell’utilizzo di materiali, tecnologie costruttive e nello studio del dettaglio.
L’approccio progettuale dello Studio Depaolifrancescibaldan tende a privilegiare l’analisi dei luoghi, del contesto e delle esigenze espresse dalla committenza. E’ proprio grazie allo stretto rapporto dei progettisti con il committente che nasce una realizzazione unica in questo contesto paesaggistico.
Il team firma una rigorosa architettura, dalle linee geometriche pulite ed essenziali, che disegnano le coordinate di Villa DLM. La triplice anima di questa costruzione si inserisce armoniosamente in un piccolo sito all’interno di un quartiere residenziale di Venezia. È un’abitazione dal carattere razionale e introverso, la cui apparente riservatezza si dissolve nella corte interna verso il giardino.
Il progetto nasce dalla composizione di tre volumi semplici, che modula gli spazi della vita domestica e istituisce chiare relazioni tra le parti. Due parallelepipedi si dispongono perpendicolarmente tra loro a formare una L aperta verso il giardino, il terzo è appoggiato sopra i precedenti mantenendo la sua autonomia formale.
Si possono leggere sottili reminiscenze e rimandi all’architettura razionalista, caratterizzata dalla riduzione della forma ad una pura essenzialità alla quale può corrispondere in massimo grado una certa funzionalità, ben lontano dal monumentalismo classico. Negli interni si ritrovano oggetti e arredi – così come materiali- dallo spiccato tratto industriale nel senso nobile del termine. L’ispirazione razionalista può spaziare dalla filosofia del Bauhaus all’architettura poetica di Le Corbusier – e tutta la ricchezza di visione nel mezzo.
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Il rigore che contraddistingue la composizione delle piante si percepisce anche negli alzati. L’impaginato dei prospetti è concepito attraverso geometrie precise: sullo sfondo del calcestruzzo a vista con effetto fondo cassero si alternano i tagli vetrati e le campiture dei carabottini bruniti a maglia quadrata.
La facciata pubblica appare completamente cieca, modulata dalle ombre dei volumi e dal dialogo tra il calcestruzzo e le fasce rivestite con i carabottini. Viceversa, il fronte privato verso il giardino si smaterializza istituendo relazioni mutevoli tra gli spazi di relazione e gli elementi naturali. Il corpo superiore in calcestruzzo, sorretto dal volume rivestito in vetro, sembra sospeso. Il suo aggetto protegge le vetrate del soggiorno dall’abbagliamento e dà origine a uno spazio coperto intermedio tra interno ed esterno.
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Al piano primo la lunga sequenza di carabottini orientabili della terrazza scompone ulteriormente il fronte, oltre a costituire un utile dispositivo di ombreggiamento solare. I mutevoli effetti di luce e ombra si proiettano così sulle pareti in calcestruzzo qualificando lo spazio della terrazza e la facciata sul giardino privato.
La distribuzione degli spazi interni si sviluppa in modo lineare ed estremamente funzionale. Lo slittamento dei volumi che avviene in corrispondenza della cerniera tra gli elementi crea il recesso dell’ingresso. Oltrepassata la soglia si entra in un vestibolo che conduce al soggiorno, alla cucina e a un nucleo di locali di servizio. Un setto libero in calcestruzzo separa il soggiorno dall’ingresso, svelando tra le fenditure l’imminente dilatazione dei luoghi di relazione. La scala a sbalzo conduce al piano superiore, dove si articolano i luoghi del riposo, affacciati sul giardino.
È questo un soggiorno a cielo aperto, delimitato a nord dal lungo setto in calcestruzzo a vista che scherma il garage. Alla sua estremità si colloca come unico episodio l’ampia vetrata della cucina. Il foro, completamente apribile, mette in comunicazione diretta i luoghi della convivialità e della preparazione del cibo con il piacevole giardino.
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Nell’essenzialità della composizione geometrica del progetto, la texture delle superfici si fa ornamento, dialogando con il design minimale degli arredi e la floridità della vegetazione. La pavimentazione in legno Désir Civita in rovere dolcemente termotrattato – con posa a giunti allineati – apporta un personale tocco di eleganza naturale, grazie alla sua geometria e armoniosa proporzione, che non contraddice la razionalità di fondo.
Photo credits Marco Zanta
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