È ufficiale: il progetto di Torre Milano, a firma dello studio Beretta Associati, alza l’asticella dello sviluppo verticale nella capitale mondiale del design. Una città in continuo movimento che ha abbracciato la sfida del nuovo abitare contemporaneo. 

Vi mostriamo il volto, forse meno noto, di una Milano essenziale con reminiscenze razionaliste, votata al cambiamento pur conservando un gusto agrodolce per alcune sue tradizioni al tramonto. «La città che sale», fu Boccioni a battezzarla così in un guizzo mantico tradotto in una sua famosa opera futurista: la potente sagoma di una coppia di cavalli al galoppo sullo sfondo cittadino assurge a metafora della velocità, dell’industrializzazione e dell’energia.

Lo studio fondato da Gianmaria e Roberto Beretta è ben radicato nel capoluogo da oltre cinquant’anni, con una cultura della progettazione capace di aprirsi alle diverse scale del costruire. Attento ai bisogni della committenza, alle specificità dei contesti d’intervento e alla cura del dettaglio architettonico.  

L’intervento in una preesistenza ambientale, tende ad una sintesi tra dimensioni diverse del costruito: da un lato un’edilizia residenziale dallo sviluppo orizzontale e circondata da aree verdeggianti, dall’altro la vista si spinge oltre, verso la nuova imponente identità raggiunta dal centro direzionale di Porta Nuova.
La composizione d’ispirazione razionalista mantiene una nota di ordine in armonia con le architetture di protagonisti eccellenti e grandi maestri dell’architettura meneghina: da Giò Ponti a Caccia Dominioni.  

torre milano parquet wood floor oak rovere

Questo sviluppo residenziale firmato OPM (Impresa Rusconi e Storm.it) ha fatto convergere interessanti energie provenienti dal mondo dell’architettura e dell’interior dando vita ad un modello di torre dalle polisemiche funzioni: residenziali e commerciali, posizionato strategicamente come antenna ricettrice di vibrazioni trasmesse da un quartiere in continuo divenire. “La torre si collega a nord ad un edificio basso di tre piani che si affaccia su via privata Belgirate, a sud ad un secondo edificio anch’esso di tre piani, che si pone a completamento della cortina esistente di via Stresa, e si congiunge infine al verde della piazza Carbonari tramite un giardino prospiciente quest’ultima” è la descrizione dello Studio Beretta. 

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Un grattacielo-torre, che ben potrebbe rammemorare lo stilema di torre medievale (così cara ai paesaggi umbri e toscani) di un bianco luminoso, interpreta coerentemente la direttrice verticale scelta da Milano per ridisegnare il suo nuovo cuore cittadino.  Se nella storia la torre ha rappresentato un modello architettonico ad esclusivo appannaggio dell’aristocrazia (tra i cardini del diritto feudale) possiamo ipotizzare che nella contemporaneità la “casatorre” attragga sempre più un altro fenotipo di nobiltà, quella urbana e cosmopolita?  

La sua silhouette esile ed elegante svetta per ben 80 metri di altezza, suddivisa su 23 piani fuori terra e un 24° livello roof-top con belvedere sulla città. Sono previsti, inoltre, due edifici di tre piani ciascuno, distinti e indipendenti rispetto alla costruzione principale. Nel complesso saranno realizzati 105 appartamenti di diverse metrature che vanno dai bilocali alle penthouse su due livelli. Sulle facciate della Torre, percorse da rigorose linee ortogonali, si aprono terrazze e grandi finestre per abbracciare con lo sguardo la città circostante e permettere un interessante rapporto dialogico tra interno ed esterno.

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“Dal punto di vista architettonico, Torre Milano si ispira ai grattacieli simbolo del boom economico della città e agli stilemi tipici dell’architettura razionalista, con forme geometriche pure e volumi che creano l’illusione di fondere il dentro e il fuori. In cemento armato come il mitico grattacielo Pirelli e la torre Velasca, ma con terrazze e giardini verdi e rigogliosi” raccontano gli architetti.

Il progetto incarna i più alti valori di sostenibilità, risultato di un meticoloso percorso di studio e ricerca, che colloca l’edificio in classe energetica A, grazie anche all’installazione di 190 pannelli fotovoltaici e di una capiente vasca per la raccolta delle acque piovane ai fini dell‘irrigazione dei giardini. Non ultimo un avanguardistico impianto di ventilazione controllata provvede ad un ottimale e costante ricambio d’aria, perché l’inquinamento interno alle case è spesso maggiore e più dannoso di quello esterno (alcuni studi dimostrano sia addirittura fino a 7 volte più elevato). Inoltre, questo lungo periodo di cattività ha fatto emergere con forza il desiderio di spazi di natura intorno al costruito per una migliore qualità di vita; in questo caso un’ampia area era già stata assegnata al verde condominiale con parco giochi.

L’esprit ‘milanese’ della Torre si respira fin nei più piccoli dettagli grazie alla collaborazione con Milano Contract District, che vanta una partnership consolidata con autorevoli aziende del made in Italy (per un potenziato servizio chiavi in mano)  Ernestomeda per le cucine, Gessi per il bagno, Listone Giordano per i pavimenti in legno, Lualdi per le porte, Flos per le luci, Lema per gli armadi, per citarne solo alcuni.

La vita in “comune” a Torre Milano esce dal perimetro delle singole abitazioni per godere degli spazi e servizi a disposizione della comunità come l’area wellness,  palestra e piscina con vista sul giardino e l’evoluzione del coworking arricchito dal terrazzo. In perfetto stile smart living, Torre Milano osa per prima un’esclusiva collaborazione con Amazon per il servizio d’interazione vocale Alexa – al fine di poter gestire i diversi ambienti con il semplice suono della  voce  (integrato alla piattaforma MyHOME_Up di Bticino). Una declinazione tecnologica dell’abitare  futuribile già calata nel presente.

Anche se la tecnologia la fa da protagonista, i futuri abitanti potranno godere di una superficie naturale come il legno, interpretato dalla genialità del design a pavimento. Nell’appartamento campione fa bella mostra di sé l’elegante geometria ispirata ad alcune tele di Piet Mondrian (tra cui spicca Broadway Boogie Woogie del 1942): parquet Foxtrot disegnato da Matteo Nunziati per Natural Genius Listone Giordano in una calda tonalità caramello in Rovere della collezione Heritage Fiesole.

In conclusione è’ Gianmaria Beretta a spiegare l’intima essenza progettuale di Torre Milano “Sono le esigenze degli spazi dell’abitare che la caratterizzano, ho cercato di disegnarla alternando in modo proporzionato pieni e vuoti, cercando leggerezza nella scansione ortogonale delle logge verdi, combinando una maglia non uniforme, ma ordinata in un’articolazione semplice e senza forzature. Un’architettura che si richiama al razionalismo? Nelle mie intenzioni un’architettura ripulita di ogni ridondanza, rigorosa, rispettosa del suo intorno e della città di Milano”.

Si ringrazia MCD e Beretta Associati.


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