“Questa è la nostra naturale condizione: desideriamo ardentemente trovare un assetto stabile e una base ultima per edificarvi una torre, ma ogni nostro fondamento si squarcia e la terra si apre in abissi” (Blaise Pascal, Pensieri).  
 
Ma cos’è il cemento, oltre che pietra e sabbia? si chiede Anselm Jappe, filosofo e docente di Estetica all’Accademia di Belle Arti di Roma. È proletario? “Il calcestruzzo era considerato ‘povero’ a causa del suo basso costo e del suo uso nelle costruzioni di massa”. È avanguardista? “Per Marinetti ogni edificio sarà caduco e transitorio. Le case devono durare meno di noi. Ogni generazione deve costruire la sua città”. È fascista? “Anche se Le Corbusier non fosse stato vicino ai primi fascisti francesi, i suoi edifici emanerebbero comunque il totalitarismo, l’eugenetica, la segregazione sociale”. È stalinista? “Nel 1929 i sovietici invitarono l’architetto americano Albert Kahn, architetto di Henry Ford, per progettare in Urss oltre cinquecento fabbriche. D’altronde, di fronte a un’industria che contribuiva alla felicità umana, non c’era motivo di provare imbarazzo per alcune piccole differenze ideologiche”. È democratico? “L’architettura non si rivolge più solo alle classi dominanti, ma anche e soprattutto ai dominati” (citazione da Guy Debord, ‘La società dello spettacolo’)”. È rivoluzionario? “Burri non esitò a ricoprire di cemento le rovine di Gibellina, distrutta e abbandonata dopo il terremoto del 1968. Sperava di conservare in questo modo la memoria del luogo. Ma quest’opera dimostra ancora una volta come il cemento invecchi più rapidamente delle antiche rovine che ha ricoperto”. Per riassumere: “Spero solo che il lettore riconosca che tutte queste considerazione tornano sempre all’argomento originale: la nocività del cemento”.  
 
Anselm Jappe: Cemento. Arma di costruzione di massa
Anselm Jappe: Cemento. Arma di costruzione di massa
Solo pochi dati per fotografare l’impronta del materiale: la produzione mondiale di cemento dal 1950 al 2019 è passata da meno di 200 milioni di tonnellate l’anno a 4,4 miliardi: si è cioè moltiplica per 22, con un tasso di crescita che è tre volte più rapido di quello dell’acciaio. Servono 30.000 tonnellate di sabbia per un chilometro di autostrada. Inoltre: la produzione del cemento consuma circa il 10% delle risorse idriche del pianeta e ogni tonnellata di cemento prodotto rilascia una tonnellata di CO2. Il che ha generato quattro problemi principali non trascurabili: la nocività per la salute; le ripercussioni sull’ambiente causate dall’estrazione massiccia di sabbia e ghiaia; il consumo di energia per la produzione e le emissioni di CO2 durante la cottura; la sterilità dei suoli.  
 
Si definisce ‘antropocene‘ l’epoca geologica più recente, ma l’autore precisa: “Alcuni hanno correttamente obiettato che non è l’umanità in quanto tale ad alterare la natura su scala tanto ampia, ma lo stadio capitalista dell’evoluzione umana con il suo sfrenato consumo di risorse. E hanno quindi proposto, a ragione, il termine ‘capitalocene‘ […] Il cemento si frappone come un carapace fra gli abitanti e il suolo e rende indifferenti alle esigenze di quest’ultimo”. E a questa considerazione affianca una per nulla mistica citazione di Marx: “La società è l’unità essenziale dell’uomo con la natura. La storia stessa è una parte reale della storia naturale, del processo della natura che si fa uomo”.  
 
La figura dell’archistar non è un’invenzione della contemporaneità: si è imposta a partire dal XV secolo a fianco di quella dell’artistar ed è da quell’epoca che si è cominciato a identificare un edificio importante con il suo architetto, che gli conferiva il proprio prestigio. Per quanto riguarda le abitazioni ordinarie la “presa di controllo” da parte degli architetti è stata più graduale. “Ma la nostra critica all’architettura del moderno – precisa Jappe – non è formulata in nome di un’altra scuola di architettura o di un altri architetti. Non servirebbe a nulla contrapporre un tipo di architetto a un altro, proprio come non serve a nulla contrapporre i buoni politici ai cattivi” (e qui possiamo immaginare una serie di inevitabili distinguo, note e precisazioni da parte delle categorie interessate).  
 
Il cemento, in inglese “concrete”, è il materiale concreto per definizione, è inizialmente liquido, amorfo, si può colare, annulla ogni differenza, si adatta ai diversi climi e a differenti circostanze. Lo stesso accade per il valore: può cambiare forma, tornare denaro, passare attraverso una serie di metamorfosi: “Il cemento – conclude l’autore – è la faccia visibile dell’astrazione“.  
 
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La cultura non si contrappone alla natura, la completa e ne fa parte. Da Anselm Jappe: Cemento. Arma di costruzione di massa @ed_eleuthera via @danilopremoli #OneListoneGiordano https://one.listonegiordano.com/author/danilopremoli/

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Il fanatismo della trasparenza corrisponde al desiderio di sorveglianza. Da Anselm Jappe: Cemento. Arma di costruzione di massa @ed_eleuthera via @danilopremoli #OneListoneGiordano https://one.listonegiordano.com/author/danilopremoli/

Non è lo stile che conta bensì la felicità che l’architettura crea ed esprime. Da Anselm Jappe: Cemento. Arma di costruzione di massa @ed_eleuthera via @danilopremoli #OneListoneGiordano https://one.listonegiordano.com/author/danilopremoli/

 
 
Anselm Jappe
Cemento. Arma di costruzione di massa

Eleuthera, 2022
pp. 200
ISBN 9788833021553  
di Danilo Premoli – Office Observer  
 
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