Ideato e co-creato dal neurobiologo vegetale più famoso d’Italia (e tra i divulgatori scientifici più noti ed apprezzati a livello internazionale), Stefano Mancuso insieme a De producers: lo spettacolo della natura è diventato realtà grazie alla sensibilità e all’impegno di Aboca. Un progetto multimediale, un libro incarnatosi in musica e parole (e viceversa), luci e suoni, terra e cielo. Avventura che continua oggi con la realizzazione di un podcast chiamato “Di Sana Pianta” realizzato da Stefano Mancuso per Chora Media.

Con Botanica è iniziato un lungo viaggio onirico alla scoperta dei segreti più intimi e curiosi che riguardano le nostre “sorelle” arboree. Il palco dell’Auditorium di San Francesco al Prato – una foresta pietrificata del 1200 che lascia intravedere lembi di cielo – si è accesa con una video installazione degna di una performance d’arte tridimensionale guidata da una voce solista.

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*“Immaginate delle macchine che purifichino l’aria, trasformando l’anidride carbonica in ossigeno e che siano in grado di regolare la temperatura del pianeta. **Immaginate che queste macchine non abbiano bisogno di manutenzione e necessitino solo dell’energia della Terra e del Sole. *Immaginate che siano capaci di replicarsi autonomamente e che i loro prodotti di scarto non inquinino, ma siano alla base della catena alimentare di tutti gli esseri viventi. Questi congegni così sofisticati esistono, si chiamano… alberi”.

Botanica Stefano Mancuso
Botanica – Stefano Mancuso – Deproducers

E’ il timbro suadente e pacato di Stefano Mancuso a guidare le danze, punteggiando di nomi latini, numeri e dati scientifici (non solo poesia e prosa vegetale) le esplosioni dei brani musicali eseguiti da Deproducers, collettivo di musicisti formato da Cosma, Gianni Maroccolo, Max Casacci e Riccardo Sinigallia, specializzato nella creazione di vere e proprie colonne sonore progettate per infondere anima ai progetti scientifici di diversa natura. Una missione collettiva che unisce ricerca e arte in due capitoli: “fare musica per conferenze scientifiche, concepire la scienza come poesia”.

In due ore, dense di emozioni, si attraversano continenti ed ere geologiche, tessendo un processo di apprendimento generativo e spontaneo in cui Mancuso ci svela l’universo segreto e sotterraneo della prima nazione del pianeta: la popolazione più numerosa dalla quale dipende la nostra sopravvivenza. A tratti la fotografia è impietosa, l’ammonizione certa: non c’è più tempo da perdere per invertire la direzione su cui ci siamo incamminati verso gli effetti devastanti del riscaldamento globale.

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Il sodalizio tra natura e musica ha radici antiche, ci piace immaginare che le piante abbiano voci (conoscete i talking trees?) ed emettano suoni, vibrazioni, comunicando tra loro in forma misteriosa e sotterranea. Sono esseri senzienti, ed è la verità.

L’interazione tra musica e ambiente si avvale di una nuova forma di interconnessione semiotica calata sul palco dal fondatore dell’International Society for Plant Signaling and Behaviour, in fondo alcuni dei più famosi strumenti musicali sono frutto di quel meraviglioso materiale di scarto che, dal punto di vista degli alberi, è la materia lignea.

Ricordiamoci che sono loro a produrre il prezioso ossigeno, e a giocare un ruolo salvavita ancora più importante per il futuro del pianeta : catturare ed ingabbiare anidride carbonica. Straordinarie macchine alimentate ad acqua ed energia solare, sintesi ideale tra cielo e terra. Degne del Premio Nobel per l’innovazione e sostenibilità, meritano una “serenata” interamente dedicata al loro genio naturale.   


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