“La città dei 15 minuti? Per esistere (e resistere) deve fondarsi su tre pilastri fondamentali: comunità, cura e innovazione digitale. Concetti diversi, talvolta lontani, ma che non possono prescindere gli uni dagli altri nel dare vita a un futuro davvero a misura d’uomo”. (Ezio Manzini).  
 
Eccola qui la (prossima?) “Città dei 15 minuti”, dove poter raggiungere in un quarto d’ora a piedi o in bicicletta, i luoghi delle sei funzioni sociali urbane essenziali: vivere, lavorare, rifornire, curare, imparare e divertirsi (habiter, travailler, s’approvisionner, se soigner, s’éduquer, s’épanouir). L’ha descritta e riassunta in un titolo di grande successo, Carlos Moreno, urbanista e teorico franco-colombiano che insegna alla Sorbona: “È tempo di passare dalla pianificazione urbanistica alla pianificazione della vita urbana. Ciò significa trasformare lo spazio della città, ancora altamente mono-funzionale con le sue diverse aree specializzate, in una realtà policentrica, basata su quattro componenti principali: vicinanza, diversità, densità e ubiquità”.  
 
Il cambio di prospettiva è totale: non più raggiungere punti distanti tra loro nel minor tempo possibile, ma avvicinarli in modo che il vivere possa compiersi in un tempo ragionevole e in spazi sensibili, perché: “La città non esiste né in virtù del suo territorio, né in virtù della sua geografia, ma grazie alla presenza di essere pensanti in uno spazio comune”.  
 
Per condividere alcuni dati: le città occupano solo il 2% della superficie terrestre, accolgono il 50% della popolazione, consumano il 78% dell’energia, sono responsabili del 60% delle emissioni di CO2, producono l’80% delle ricchezze: per l’autore questo è il secolo delle città, minacciate da un ambiente inquinato, una evidente stratificazione sociale, una segregazione spaziale pericolosa e una perdita di identità culturale.  
 
“Ho voluto apportare una dimensione multi-polare della città – si legge nel saggio – avvicinare i servizi alle persone, dare più importanza al locale, ricomporre i rapporti, abbandonare un modello di città divisa per generi. La città policentrica fa esplodere tutto questo. Per ottimizzare le infrastrutture esistenti diventa logico moltiplicare le funzioni degli edifici (cronotopia) e nutrire un forte sentimento di appartenenza (topofilia)”.
Carlos Moreno dei 15 minuti recensione libro
 
 
L’autore è critico anche nei confronti di un approccio tecno-centrico: vedere la città come entità intelligente, digitale, connessa, senza dipendenze da niente e da nessuno, significa non coglierne la vera essenza; le smart city sono a volte solo un copia e incolla di alcune soluzioni nate in altri ambiti. Il suo punto di vista parte da quattro elementi chiave che ne definiscono la sostanza: l’urbs, che rimanda alle infrastrutture; il civis, elemento centrale dello spazio urbano; gli spatia, ovvero i luoghi di socializzazione, scambio e interazione; la res pubblica, la politica mirata al bene pubblico.  
 
Ma la vera domanda è: saremo capaci di costruire una città e una vita urbana sostenibile e inclusiva, con la tecnologia al servizio della qualità della vita? Saremo capaci di pensare non la città, ma la vita nella città? Ne è convinto Carlos Moreno che definisce il nostro futuro prossimo: “Umanesimo ecologico”. Un orizzonte dove il tempo torna a esistere, utile e creativo.  
 
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Non esistono modelli di città esistono solo fonti di ispirazione. Da @CarlosMorenoFr La #città dei 15 minuti @add_editore via @danilopremoli #OneListoneGiordano https://one.listonegiordano.com/author/danilopremoli/

Nel mondo ci sono più rifugiati climatici che profughi di guerra. Da @CarlosMorenoFr La #città dei 15 minuti @add_editore via @danilopremoli #OneListoneGiordano https://one.listonegiordano.com/author/danilopremoli/

A dominare non è l’iper-connessione ma l’iper-frammentazione. Da @CarlosMorenoFr La #città dei 15 minuti @add_editore via @danilopremoli #OneListoneGiordano https://one.listonegiordano.com/author/danilopremoli/

 
 
Carlos Moreno
La città dei 15 minuti
 
ADD Editore, 2024  
pp. 168  
ISBN 9788867834525  
 
Recensione di Danilo Premoli – Office Observer  
 
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