“Applicarsi a ben pensare, ecco il principio della morale”. (Blaise Pascal)
L’originalità del saggio di Fabio Millevoi, che si definisce “futurista per necessità”, direttore di Ance Friuli Venezia Giulia, ideatore e responsabile del Laboratorio dell’Immaginazione delle Costruzioni Future (LICoF), sta nell’intercalare al testo brevi contributi di esperti, docenti e imprenditori delle varie “sfumature” dell’edilizia contemporanea: “Un contesto – si legge nella prefazione firmata da Angelica Krystle Donati – sempre più incerto e complesso, legato a temi come il cambiamento climatico, l’inclusione sociale e la sostenibilità”.
Si evidenziano quattro possibili scenari, che non sono previsioni, ma descrizioni, fenomenologie di futuri possibili, alternativi, dinamici, e per ogni scenario è stata immaginata una casa-simbolo utile per capire, “sentire” le domande e quindi elaborare e poter modificare le risposte, nella consapevolezza che il concetto di casa può essere condizionato da diversi fattori che possono evolvere nel tempo, come le relazioni sociali, le esperienze, la cultura. Nel futuro prossimo, immaginato nel primo scenario, non si vedrà una transizione verso una economia più sostenibile e il settore delle costruzioni continuerà ad avere difficoltà a sfruttare i benefici produttivi della digitalizzazione (impedendo così di conseguire significativi guadagni): la casa bunker ne sarà la conseguenza, una fortificazione per difendersi da una città diventata pericolosa. Nel secondo, solo alcune imprese impiegheranno le nuove tecnologie, con scarsa attenzione alla sostenibilità, sia ambientale che sociale: troveremo la casa nido, vaccino per le prossime, possibili pandemie.
L’attenzione verso il cambiamento climatico e demografico, nel terzo scenario immaginato, guiderà la pianificazione urbana verso una ripresa più verde: la casa bicicletta non consumerà, non inquinerà e metterà le persone in relazione con l’ambiente. Infine, nuovi modelli di business trasformeranno l’edilizia nel motore dell’economia circolare: la casa shuttle avrà una sua vitalità e intelligenza, connessa con il mondo (una società 5.0 come quella presentata dall’allora primo ministro giapponese alla fiera CeBIT di Hannover nel 2017?)
Probabilmente la casa, o una parte di essa, si aprirà a un’ibridazione tra spazi privati e luogo pubblico, trasformando l’ambiente domestico in uno spazio di incontri che genererà welfare e le parole di domani trasformeranno competere in collaborare, recuperare in riconfigurare, eliminare in trasformare.
Il cantiere 4.0 sarà una applicazione della “Teoria delle 4 C: curiosità, conoscenza, competenze, comportamenti”. Spiega Millevoi: “Tutto inizia con la curiosità che accende il desiderio di conoscere che porta a una conoscenza come mezzo per acquisire competenze e a porre in essere comportamenti coerenti con le competenze che affondano le radici nella conoscenza alimentata dal vento della curiosità”.
Ovviamente, il futuro (i futuri) dipende (dipendono) sia dalle decisioni politiche e dalle tradizioni culturali sia dalle scoperte tecnologiche, e l’autore conclude citando Yuval Noah Harari che nelle “21 lezioni per il XXI secolo” annota come il fatto che nelle precedenti ondate di automazione i nuovi posti di lavoro abbiano compensato i posti persi non garantisce in alcun modo che ciò si verifichi di nuovo nelle condizioni radicalmente diverse del nuovo secolo.
TWITTA:
Fabio Millevoi
Breve storia sui futuri della casa
Illustrazioni Maurizio Stagni
Graphe.it, 2023
pp. 126
Isbn 9788893722032
Recensione di Danilo Premoli – Office Observer
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