Come il pittore Pietro Vannucci, detto il “Perugino”, anche il governatore della Banca Centrale europea Mario Draghi, grazie al suo talento, ha saputo tendere all’alto, restando con i piedi incollati nella terra umbra.
Autrice: Eleonora Zeroli
26 luglio 2012: alla vigilia delle olimpiadi londinesi Mario Draghi, governatore della Banca Centrale europea, fa tremare i mercati finanziari internazionali con le sue parole: “Nell’ambito del nostro mandato, la BCE è pronta a fare tutto quello che serve per preservare l’euro. E, credetemi, sarà abbastanza”, parole pronunciate con un sorriso sulle labbra che gli sono valse il titolo di “uomo dell’anno” da parte del prestigioso quotidiano londinese Financial Times.
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Lo stesso Mario Draghi che, da governatore della Banca d’Italia, si distinse per sobrietà preferendo alle auto blu i treni intercity ed i voli low-cost e che, da direttore generale del Tesoro, affidò importanti incarichi ad una generazione di ventenni e trentenni che tra il ‘95 e il 2000 contenne il debito pubblico, fece entrare l’Italia nell’euro e smantellò lo Stato imprenditore. Roger Cohen, penna del New York Times, lo descrive così: “Mai fretta, sempre sicuro, maestro del passaggio breve e della verticalizzazione, rovina della Germania, un fantasista che colpisce il bersaglio con precisione”.
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Il carattere mite ma deciso si rispecchia nella scelta di Città della Pieve come il luogo nel quale, dal 2010, Draghi si ritira per dedicarsi al relax, alla famiglia (nella stessa cittadina è convolato a nozze il figlio Giacomo) ed allo sport.
La cittadina umbra di circa 7000 abitanti, dominante la Val di Chiana e circondata da mura trecentesche è infatti il suo piccolo angolo di paradiso dove può ritirarsi per dedicarsi alla sua passione per il jogging ed il trekking. Il piccolo borgo di Città della Pieve, oltre ad aver adottato “l’uomo dell’anno”, ha dato i natali ad uno dei più importanti pittori del Rinascimento italiano, Pietro Vannucci, detto il “Perugino”.
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Il Perugino fu l’iniziatore di un nuovo modo di dipingere, caratterizzato da purezza formale, serena misura nelle composizioni, disegno ben definito ed elegante, personaggi liberati dalle caratteristiche terrene ed investiti di un’aria angelica ed eterea. Un’arte fatta di armonie e silenzi, colori pastello e prospettive studiate che creano un equilibrio ideale. Insomma un “rivoluzionario silenzioso” dell’arte così come Mario Draghi lo è oggi nel mondo della finanza? Di sicuro in entrambi i casi si tratta di uomini che, grazie al loro talento, hanno saputo tendere all’alto, restando con i piedi incollati a terra.. la terra umbra.
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