IN MEMORIAM DI RYŪICHI SAKAMOTO (1952-2023)

Il vento della velocità assoluta

Impazza sulla nave

I capelli nelli, I occi chiazi

Il vento mi solioca

Piu antico della prima memoria

Percha mon pul[?] vederio?

Senza dimona[?] la nave schivota per caso

Verso in grande schermo

Trascr.

Il vento della velocità assoluta

Impazza sulla nave

I capelli negli occhi chiari

Il vento mi sollecita

Più antico della prima memoria

Perchè non puoi vederlo?

Senza dimora la nave scivola per caso

Verso il grande schermo

(Verso il grande schermo è cantata in un italiano volutamente approssimativo rispetto alla trascrizione corretta, riportata. Fa parte dell’album “Futurista” interamente dedicato al movimento nato a Milano all’inizio del secolo, le citazioni di Marinetti sono numerose. E’ composto da 10 tracce, ed esce nell’aprile del 1986 in Giappone e poi nel mondo).

Ha pubblicato 102 album in 45 anni di attività. da Thousand knives, del 1978 della Magic Yellow Orchestra a 12 del 2023.

Musicista, concertista, compositore, ricercatore multimediale e attore giapponese artefice della più importante stagione della contaminazione tra musica sinfonica occidentale e musica elettronica orientale.

La gentilezza e l’eleganza nel fisico sono la cifra stilistica della densità culturale della sua musica nei tempi diversi, nelle ere geologiche che ha attraversato, perché Sakamoto è il marchio di una colonna sonora soffusa e pervasiva che ci accarezza ma tanto tempo, un compagno di strada che non ha mai sbagliato un timbro, un accento, una variazione armonica.

Ryūichi Sakamoto

Questa grande bellezza si è interrotta qualche settimana fa, improvvisamente lasciandoci orfani di quel nutrimento che la nostra povera anima richiede con grande umiltà ma con potente determinazione, noi siamo nello spazio quella musica, che vibra come consonanza e dissonanza alla nostra frequenza.

Sakamoto ci ha regalato la possibilità di frequentare un territorio dove tutto splende, dove tutto è sonoro, e dove ognuno di noi poteva ritenersi prossimo ad una felicità dei sensi che come un rabdomante agile ai confini della sorgente del Suono, era felice di farci conoscere e di poter condividere.

C’è in questa lunga parabola un aspetto cerimoniale tipicamente giapponese, dove anche un accordo, più semplice esprime un valore più profondo, un monito a sforzare il pensiero verso aree sconosciute, perché  nella semplicità finale della sperimentazione si nasconde il principio della genialità, il paradigma della diversità del talento.

“Se fossi un architetto, sarei un pessimo architetto, perché non mi piace avere progetti. Naturalmente, senza progetti, nessuno sa come sarà l’edificio. Ma è esattamente quello che mi piace fare. Non devo sapere cosa sto facendo, o cosa sarà”. R.S.

Nell’immagine cristallizzata dell’epico concerto milanese per Steinway GranPiano e Canti e sonorità delle balene, si esplicita la capacità dell’artista di trasformare in missione civile ogni espressione artistica, la salvaguardia del pianeta, delle criticità ambientali e delle specie animali, sono palesemente vive, principi che dovrebbero essere elaborati concretamente anche dalle altre arti e/o scienze architettura compresa(in questo Seed Perugia/Assisi può essere considerato un convegno eponimo)

La musica come senso di beatitudine costruisce il senso della responsabilità contemporanea, anche una colonna sonora di Nagisa Oshima o Inarritu, o Almodovar ci spingono a pensare a rimettere in moto il ciclo neuronale di un pensiero mai banale, Sakamoto in questo senso ristretto è uno scienziato portatore di nuovi significati antropologici e metafisici, anche quando si interroga sul senso della malattia, della pandemia, e della storia.

Sarebbe troppo facile ma al contempo enormemente difficile raccontare decenni di progetti, di collaborazioni, di concerti e di questa spericolata ma ferma necessità di inseguire il nuovo, la sperimentazione ovunque si nasconda e dunque “forbidden colors”, capolavoro nato dal duetto con David Sylvian dei Japan, è un classico senza tempo, che prevede le nostre coscienze sopite, in ogni istante, come se arrivasse da un diverso principio quantistico.

Non dimentichiamo anche l’aspetto della divulgazione perché Sakamoto stava lavorando a Schola un’enciclopedia per i bambini e gli adolescenti, in trenta volumi, che rappresentava la Summa della musica di ogni tempo in ogni luogo.

Nell’emozionante affresco composto per il film di Inarritu, Revenant, Redivivo,la musica si estingue in un’etica arcaico-esistenziale, nella costante, perenne lotta dell’uomo, di un uomo qualsiasi per la sopravvivenza contro le avversità della Natura.

 Leonardo Di Caprio, il Regista e il musicista sono componenti dello stesso spirito del tempo, che mai cambia ,e troppo spesso non evolve abbastanza, ma tutti ispirano una volontà superiore di esserci, di provare  ancora ad essere, di raggiungere il luogo dove è possibile che si compia il miracolo della Vita, l’unica che vale la pena di essere vissuta.

Mi piacerebbe che l’eredità, il lascito di questo grande compositore, spingesse anche un pubblico non troppo informato, a inseguire con umiltà tutte le sue misteriose sonorità, consegnate al mondo negli ultimi decenni, e che lo spessore, l’impegno scientifico e la necessità di creare una speranza per una qualsiasi forma di “domani”, ci aiutasse a riconoscere finalmente il talento che non deve più temere confronti .Per il passato e per il futuro

Banana Yoshimoto, ha descritto la musica di Sakamoto come «un immenso universo contemplativo» Abbiamo almeno centodue motivi diversi per poter cominciare a contemplarlo.


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