Articolo pubblicato sullo speciale Design
del magazine “Riflesso”.
Autore: Giulio Cappellini
In passato si è molto parlato di sostenibilità usando spesso questo termine in modo contradditorio e senza darne una precisa collocazione. Negli ultimi anni l’accezione di ciò che si intende per “sostenibilità” è radicalmente cambiata ed è ancora oggi in continua evoluzione. Se ieri questo elemento veniva perlopiù legato all’uso dei materiali e dei sistemi produttivi, oggi quello della sostenibilità è un progetto a trecentosessanta gradi che coinvolge i parametri di valutazione più disparati.
Sicuramente le nuove generazioni hanno contribuito in modo determinante a porre l’attenzione sui processi, materiali ed immateriali, che coinvolgono il vivere quotidiano. Oggi stiamo vivendo con una nuova responsabilità, una nuova consapevolezza che valuta attentamente ogni elemento cognitivo. Fare progetto non significa più soltanto fare prodotti utili e belli, bensì conoscere perfettamente tutto l’iter progettuale oltre che la filiera produttiva e distributiva per poter realizzare oggetti seri, consapevoli, attuali, che facciano uso di materiali di riutilizzo, non nocivi e biodegradabili. Molto in ritardo, purtroppo, ci siamo accorti che stiamo distruggendo il nostro pianeta ed ora è tempo di intervenire con grande accelerazione e determinazione. Questo è un dovere fondamentale di chi, studente o professionista, si avvicina oggi al progetto.
Ma la sostenibilità è anche estetica: non basta migliorare i sistemi produttivi e l’uso dei materiali se non viene enfatizzata la bellezza, elemento di cui mai come oggi abbiamo bisogno. Rendere sostenibile la bellezza è un’altra importante sfida del nostro tempo.
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E ancora, l’attuale situazione pandemica mondiale ha completamente cambiato la morfologia e l’utilizzo degli spazi, accelerando dei fenomeni di mutazione che erano già in atto. Un nuovo modo di abitare, di lavorare e di vivere gli spazi ad alto traffico definisce l’atteggiamento dell’uomo contemporaneo. Sono diversi gli aspetti che caratterizzano questa evoluzione. Maggiore libertà nelle scelte, nei comportamenti e nella gestione dei propri tempi e spazi, nel rispetto di nuove regole comportamentali.
Sostituzione di molti incontri reali con meeting virtuali o con il lavoro a distanza, che non significa perdere il contatto con la realtà bensì migliorare la qualità di vita di ognuno riducendo sprechi e consumi. Questi atteggiamenti nuovi, soprattutto verso il lavoro e l’utilizzo degli spazi domestici, stanno producendo un radicale cambiamento nell’approccio e nelle relazioni verso i propri famigliari. E ancora una volta i giovani sanno leggere con grande anticipo queste nuove istanze.
Non ultima e certo fondamentale è la nuova sostenibilità dell’informazione: una nuova morale, seria e consapevole verso notizie che in tempo reale circolano nel mondo. Una chiave di lettura critica, lucida e trasparente è l’elemento decisivo per un nuovo discernimento nell’era dei social.
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Certamente stiamo vivendo e sempre più vivremo in futuro un nuovo Rinascimento etico, artistico, culturale in cui il valore di ogni azione avrà un senso se profondamente sostenibile. Le nuove generazioni devono e dovranno sempre più essere depositarie di questo inestimabile valore. Soltanto così possiamo ripensare il domani in modo più sereno, positivo e vivibile.
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