Un parquet scomposto, geometrico e tagliente, libero da rigorosi vincoli spazio-temporali e parametri funzionali, che abbraccia una dimensione più umana ed emozionale.

Se fino ad ora il design ha implementato le funzionalità degli oggetti, mi piace pensare che in un futuro gli oggetti saranno dotati di superpoteri empatici, di quelle componenti più umane, emozionali, in grado di trasmettere memorie. Credo che solo questo scenario ci salverà.

Patricia Urquiola

Un parquet, che entra a far parte di una concezione futuristica dello spazio, liberandosi da rigidi parametri funzionali. Una superficie libera e creativa, che porta in sè il segno geometrico e tagliente di una designer internazionale come Patricia Urquiola, che osa scomporre l’oggetto del quotidiano per trasportarlo in una nuova dimensione in cui il rigore della griglia di progettazione definisce i confini di uno spazio animato da energie umane ed emozioni.


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