“Se ci chiedono: “Che cosa significano le parole rosso, blu, nero, bianco?” possiamo indicare immediatamente degli oggetti di tali colori. Ma la nostra capacità di spiegare il significato di queste parole non si spinge oltre. (Ludwig Wittgenstein).
Opportunamente i due curatori del saggio “Il colore razionale” (bel titolo), entrambi architetti e docenti, nella prefazione precisano: “L’aggettivo razionale identifica questo volume in modo forse contraddittorio. Suggerisce l’idea del rigore metodologico, al confine con il dogma manualistico, facendolo apparire come strumento univoco, rassicurante, allineato alla vecchia scuola del progetto. Al contrario, la sequenza dei saggi che compongono questa pubblicazione apre uno scenario completamente diverso […] Attraverso un confronto di idee e di temi, il colore si rivela come una materia dinamica, fluttuante, altamente espressiva, ma anche aperta”. Razionalità da intendersi dunque come capacità di connettere progetto e arte, poesia e immaginario, spazi e luce, dove non mancano i riferimenti alle sperimentazioni delle forme digitali con l’esplorazione di nuovi codici cromatici, con esiti visivi che solo un display può trasporre.
Prima del Novecento sono stati diversi i tentativi, sia teorici che pratici, di sistematizzare il mondo del colore entro griglie più o meno, appunto, “razionali”, secondo approcci scientifici (o pseudo-scientifici). Senza entrare nella storia della cromatologia è necessario però citare un magnifico manoscritto del 1692, rinvenuto solo nel 2014, dell’olandese A. Boogert: “Traité des couleurs servant à la peinture à l’eau”, costituito da 700 pagine e oggi disponibile in copia anastatica. Tra razionalismo positivista e radicalismo artistico si sono poi susseguiti i contributi, tra gli altri, di Goethe, Munsell, Klee, Itten, Kandinskij, Albers, Bottoni, Ponti.
Sul piano metodologico, oggi il tema del colore coinvolge: la luce, le caratteristiche dell’oggetto, la vista, le relazioni tra i colori, l’esperienza soggettiva, le variabili culturali, definendo una netta distinzione tra colore “intrinseco” (misurabile con parametri scientifici) e colore “percepito” (risultato della percezione e non strumentalmente misurabile).
Il volume raccoglie una serie di contributi di progettisti, designer, docenti, comunicatori, artisti, filosofi, con ricchissime bibliografie a completamento di ogni singolo saggio. Nota nel suo intervento l’autore Eugenio Guglielmi: “La scelta del colore viene spesso delegata a criteri puramente personali, dove il progettista si affida alla sua presunta creatività laddove invece dovrebbe salvaguardare il rapporto armonico tra l’edificio e il cosiddetto genius loci”.
Chiude il volume il testo dell’altro autore Gianluca Sgalippa che mette l’accento sui legami trasversali e imprevedibili tra colore, arte e progetto: “Con l’aforisma “Dal cucchiaio alla città” Ernesto Nathan Rogers definiva una precisa traiettoria metodologica e operativa. Ora assistiamo a una rotazione di quell’asse: dall’unità tra architettura e design passiamo a quella tra progetto e arti figurative. Nelle realizzazioni più recenti, dalla residenza al retail fino ai luoghi destinati all’intrattenimento, le suggestioni sono particolarmente evidenti, nel senso della potenza visiva. La ricerca cromatica riveste un ruolo di eccellenza, tanto da annullare la pratica ormai obsoleta della decorazione”.
TWITTA:
Eugenio Guglielmi, Gianluca Sgalippa
Il colore razionale
Maggioli Editore, 2023
pp. 200
ISBN 9788891661982
Recensione di Danilo Premoli – Office Observer
Leggi anche le recensioni:
Alessandro Tesei, Davide Calloni: Italian Urbex. Viaggio tra i luoghi abbandonati
Ettore Selli: Labirinti italiani
Pagina 111, Murray Bookchin: Dall’urbanizzazione alle città
Elogio della rilettura, Gustav T. Fechner: Nanna o L’anima delle piante
Antonella Galli, Pierluigi Masini: I luoghi del design in Italia
Opportunamente i due curatori del saggio “Il colore razionale” (bel titolo), entrambi architetti e docenti, nella prefazione precisano: “L’aggettivo razionale identifica questo volume in modo forse contraddittorio. Suggerisce l’idea del rigore metodologico, al confine con il dogma manualistico, facendolo apparire come strumento univoco, rassicurante, allineato alla vecchia scuola del progetto. Al contrario, la sequenza dei saggi che compongono questa pubblicazione apre uno scenario completamente diverso […] Attraverso un confronto di idee e di temi, il colore si rivela come una materia dinamica, fluttuante, altamente espressiva, ma anche aperta”. Razionalità da intendersi dunque come capacità di connettere progetto e arte, poesia e immaginario, spazi e luce, dove non mancano i riferimenti alle sperimentazioni delle forme digitali con l’esplorazione di nuovi codici cromatici, con esiti visivi che solo un display può trasporre.
Prima del Novecento sono stati diversi i tentativi, sia teorici che pratici, di sistematizzare il mondo del colore entro griglie più o meno, appunto, “razionali”, secondo approcci scientifici (o pseudo-scientifici). Senza entrare nella storia della cromatologia è necessario però citare un magnifico manoscritto del 1692, rinvenuto solo nel 2014, dell’olandese A. Boogert: “Traité des couleurs servant à la peinture à l’eau”, costituito da 700 pagine e oggi disponibile in copia anastatica. Tra razionalismo positivista e radicalismo artistico si sono poi susseguiti i contributi, tra gli altri, di Goethe, Munsell, Klee, Itten, Kandinskij, Albers, Bottoni, Ponti.
Sul piano metodologico, oggi il tema del colore coinvolge: la luce, le caratteristiche dell’oggetto, la vista, le relazioni tra i colori, l’esperienza soggettiva, le variabili culturali, definendo una netta distinzione tra colore “intrinseco” (misurabile con parametri scientifici) e colore “percepito” (risultato della percezione e non strumentalmente misurabile).
Il volume raccoglie una serie di contributi di progettisti, designer, docenti, comunicatori, artisti, filosofi, con ricchissime bibliografie a completamento di ogni singolo saggio. Nota nel suo intervento l’autore Eugenio Guglielmi: “La scelta del colore viene spesso delegata a criteri puramente personali, dove il progettista si affida alla sua presunta creatività laddove invece dovrebbe salvaguardare il rapporto armonico tra l’edificio e il cosiddetto genius loci”.
Chiude il volume il testo dell’altro autore Gianluca Sgalippa che mette l’accento sui legami trasversali e imprevedibili tra colore, arte e progetto: “Con l’aforisma “Dal cucchiaio alla città” Ernesto Nathan Rogers definiva una precisa traiettoria metodologica e operativa. Ora assistiamo a una rotazione di quell’asse: dall’unità tra architettura e design passiamo a quella tra progetto e arti figurative. Nelle realizzazioni più recenti, dalla residenza al retail fino ai luoghi destinati all’intrattenimento, le suggestioni sono particolarmente evidenti, nel senso della potenza visiva. La ricerca cromatica riveste un ruolo di eccellenza, tanto da annullare la pratica ormai obsoleta della decorazione”.
TWITTA:
Eugenio Guglielmi, Gianluca Sgalippa
Il colore razionale
Maggioli Editore, 2023
pp. 200
ISBN 9788891661982
Recensione di Danilo Premoli – Office Observer
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