Pur essendo nato come “appendice” alla kermesse milanese, nel 1998 sull’intuizione di Marva Griffin, il Salone Satellite ha acquisito un posizionamento molto interessante per la sperimentazione e la ricerca, come punto più spinto verso la creatività innovativa delle giovani generazioni, che da molti anni trovato in questo spazio la tribuna ideale per proporre i propri oggetti di design.

Destinato ai designer under 35, è diventato in venticinque anni di vita una vetrina fondamentale per capire i trend futuribili, un luogo di sperimentazione aperto al mercato e ai potenziali acquirenti della “nuova creatività”.

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«Tra i designer internazionali che sono oggi all’apice del successo, molti hanno cominciato circa vent’anni fa. E molti di loro hanno esordito al Satellite. Nel corso degli anni, da Matali Crasset a Satyendra Pakhalé, da Ilkka Suppanen a Nendo, a Raffaella Mangiarotti e Matteo Bazzicalupo di Deepdesign, tutti sono stati selezionati e scoperti dalla grande madrina del design, Marva Griffin. L’idea era tanto semplice quanto rivoluzionaria: avvantaggiarsi della platea di giornalisti, rivenditori, curatori e imprenditori che affollano il Salone del Mobile per dare a giovani designer di grande talento una vetrina che può definire un’intera carriera — e per dare al mondo l’opportunità di godere della loro passione e immaginazione. Dopo vent’anni, il Satellite è ancora in viaggio, alla scoperta ogni anno di nuovi pianeti e nuove lune. Tutti intensamente abitabili!»

Paola Antonelli – Senior Curator, Architecture & Design Director, Research & Development The Museum of Modern Art, New York

Con il Salone non c’è competitività ma sinergia, osmosi, scambio di opinioni e crescita dialettica, una costellazione di significati multipli della tendenza e dei modelli consolidati, che è pur sempre la sfida di ogni Salone.

salone satellite

Circa 500 progetti selezionati tra quelli degli 11mila giovani passati nelle edizioni del Salone Satellite alcuni sono diventati prodotti di successo. Come quelli di Takeshi Sawada, Davide Groppi, Mikko Lakkonen, Xavier Lust, Carlo Contin, Stefan Diez, Cristina Celestino, per fare alcuni somi tra tanti.

È la nuova Accademia in senso etimologico del design mondiale, ed ha nel capoluogo lombardo, come è da tradizione il “luogo fisico” e mentale di questa enorme produzione, il made in Italy è diventato altro.

Sperimentazione, innovazione, artigianalità, sostenibilità e inclusione sono le “parole chiave” che accumunano tutti questi oggetti, in sintonia con una sensibilità ambientale sempre più accentuata.

La sensibilità dei giovani professionisti è ovviamente accentuata dalla naturale condivisione con queste tematiche green che sono l’elemento di discrimine delle generazioni, green è un’ attitudine mentale che lega le varie tendenze internazionali recenti, e Salone Satellite ne esprime il carattere universale e trasversale. Come priorità etica prima che come volontà estetica.

“Per pescare quelli piccoli puoi stare in superficie, ma per quelli grossi dovrai andare in profondità”.

David Lynch, presente al Salone con l’installazione The Thinking room

Anche quest’anno c’è un enorme aspettativa, per visitare i 172500 mq di superficie espositiva e le attività che riuniranno oltre 1900 espositori, un’offerta come sempre spettacolare e capace di dare qualsiasi tipo di risposta ad ogni esigenza e ad ogni domanda, e di cui Satellite rappresenta la parte meno digeribile, in un contesto che tende ad amalgamare le linee semantiche della creatività e della produzione.

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Dalla festa degli anni scorsi si è passati ad un ecosistema come dicono le istituzioni cittadine, ma il risultato non cambia, Milano è il Salone, e i saloni sono una certezza, con molte imitazioni ma nessun luogo può mettere in campo una storia, una sequenza imprenditoriale, scuole e centri di produzione e di ricerca così imponenti.

Il Salone Satellite è una sfida che da 25 anni gli organizzatori e il mondo della creatività, sono certi di poter ancora una volta vincere, è un periodo difficile e di difficile analisi degli obiettivi futuri, per la nuova cultura del progetto, ma siamo sicuri che le risposte arriveranno, il prossimo aprile dal 16 aprile al 24 aprile del 2024.

“Un designer ha il dovere di creare un design senza tempo. Per essere senza tempo devi pensare molto lontano nel futuro, non il prossimo anno, non tra due anni, ma tra un minimo di 20 anni “.

Phillipe Starck, creatore, designer e architetto

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