Dimenticate chiome e radici, tronchi possenti e rami sinuosi, la magia del vento che scuote le foglie e l’ombra terapeutica che irradiano.

Il futuro degli alberi in contesti urbani ad alta densità d’inquinamento si chiama Liquid3 e arriva direttamente dai laboratori di ricerca della Serbia.

Non ha la poesia delle specie resinose o latifoglie, è piuttosto un  freddo “fotobioreattore” urbano in grado di assorbire e convertire l’anidride carbonica in ossigeno. Vediamo come funziona il prototipo e conosciamo il padre di questa rivoluzionaria scoperta. Uno dei primi prototipi, accolto dalla comunità scientifica – e non solo –  come “l’invenzione del secolo“, è dunque l’alter ego arboreo in forma “liquida”.

NEURO NATURE
Neuro Nature – Listone Giordano Arena

Si chiama Ivan Spasojevic il ricercatore serbo a capo del team che ha ideato il sistema definito “albero liquido”, tecnologicamente sviluppato per assorbire anidride carbonica e migliorare così la qualità dell’aria, a beneficio di città molto inquinate (tra le quali Belgrado).

L’albero liquido è costituito da un capiente serbatoio contenente fino a seicento litri d’acqua (dovremo domandarci quanta ne serve per innaffiare un piccolo albero fino alla sua età matura?) e microalghe in grado di catturare anidride carbonica e trasformarla in puro ossigeno per mezzo del ben noto processo di fotosintesi. Nello specifico alghe d’acqua dolci unicellulari che si attivano mediante fotosintesi dando vita al processo di conversione della CO2 in O2.

Microalghe capaci di resistere anche alle basse temperature. Inoltre, possono essere utilizzate nel trattamento delle acque reflue, come compost per aree verdi, per la produzione di biomasse e biocarburanti nonché per la purificazione dell’aria dai gas di scarico delle fabbriche.

E la manutenzione del dispositivo? I progettisti ci tranquillizzano. Non servono particolari accorgimenti: è sufficiente rimuovere la biomassa generata dalla divisione delle alghe e conferirle una nuova funzione, quella ad esempio di fertilizzante. In questa fase del processo, nuova acqua dovrà essere versata all’interno della vasca, e l’operazione ciclica si ripeterà all’incirca ogni mese e mezzo.

Che lavoro svolgono questi microorganismi? Liquid 3 cattura CO2 in quantità paragonabile a due alberi di 10 anni o 200 metri quadrati di prato. Il team di ricercatori che ha sviluppato il progetto non intende sostituirsi al Creatore e rinnegare gli alberi reali, quanto piuttosto offrire una realistica alternativa in termini di produzione di “ossigeno” in aree urbane densamente popolate e cementificate dove sarebbe impossibile piantare.

E’ un dato di fatto che le aree urbane si siano ridotte negli ultimi decenni, e che un albero per diventare “adulto” ci impiega almeno un decennio (raggiungendo un’altezza di circa 9 metri). Occorre adottare strategie alternative. In attesa di migliori soluzioni o ritrovati tecnologici, un’interessante alternativa per generare il cambiamento potrebbe essere quella di installare proprio i fotobioreattori.

Liquid 3 ha un’anima “verde” e “trasformista”, può giocare vari ruoli e adattarsi a diventare postazione di ricarica per cellulari, così come panchina multifunzionale ed è alimentato a energia solare, quindi la notte diventa un corpo luminoso. Purtroppo ha dei limiti e non può, infatti, interpretare tutti i fondamentali servizi ecosistemici garantiti da un albero.

CapitaSpring

Qual è il destino futuro delle nostre città? Un tema scottante dato che il 70% della popolazione terrestre abiterà entro il 2050 in aree urbane: queste le proiezioni del “World Urbanization Prospects 2018” delle Nazioni Unite. E’ immaginabile e sostenibile credere che saranno più “verdi”, a misura d’uomo, smart e senseable al tempo stesso? 

La signora Francine Pickup, rappresentante  del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) in Serbia, ha sottolineato che: “Si stima che le città siano la fonte di ben il 75% delle emissioni totali di CO2 nel mondo, di cui la percentuale maggiore proviene dal traffico, dal raffreddamento e dal riscaldamento negli edifici”. Ben il 59% della popolazione serba vive in aree urbane e il numero è in costante aumento. Poiché la densità di popolazione è così elevata, lasciare spazi vitali a favore dei produttori di ossigeno diventa una sfida sempre più ardua (o una sconfitta annunciata? )non considerando la cura e gestione degli alberi una volta piantati.

L’obiettivo fissato dalla Commissione Europea per il Clima (Climate Action) di ridurre del 55% le emissioni di CO2 nell’ambiente entro il 2030 e azzerarle entro il 2050 è un traguardo a portata di mano? Un ambizioso scenario che richiede azioni immediate e un drastico cambio rotta.  

Il gruppo di studiosi dell’Istituto per la ricerca multidisciplinare dell’Università di Belgrado è stato sicuramente stimolato dai dati, non certo incoraggianti, del report curato dalla Global Alliance for Health and Pollution, che dichiarava la Serbia (nel 2019) come il primo Paese in Europa con il maggior numero di morti legate all’inquinamento: 175 ogni 100.000 abitanti.

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Questa la leva, emotiva oltre che scientifica, che ha guidato l’esigenza di realizzare uno strumento innovativo e multifunzionale che fosse in grado di lavorare a favore dei nostri polmoni: “Liquid3 è una soluzione biotecnologica completamente nuova per la purificazione dell’aria e la produzione di ossigeno“, ha chiarito il Dottor Ivan Spasojevic, Ph.D. in scienze biofisiche nonché tra i più autorevoli firmatari del progetto. (Secondo i dati raccolti dall’IHME Global Health Data Exchange Tool, “l’inquinamento uccide tre volte più persone all’anno dell’HIV / AIDS, della tubercolosi e della malaria messi insieme”).

Formafantasma – Cambio

Come successo per molte innovazioni, si sono accese polemiche e due schieramenti si trovano contrapposti: grande entusiasmo da parte di coloro che guardano con fiducia alla scienza (ottenendo anche il sostegno del Dipartimento per gli affari sociali del comune di Belgrado), dall’altro una frangia di ambientalisti scettici, che teme un’invasione di alberi liquidi a discapito dei loro fratelli arborei con tanto di radici. L’obiettivo dei ricercatori non è certo quello di sterilizzare la possibilità di creare nuovi polmoni verdi in città.

Il suo design creativo e funzionale – la cui l’estetica si guarda bene dal mimare la natura – ha meritato il riconoscimento come una delle 11 migliori soluzioni innovative e intelligenti per il clima dal progetto Climate Smart Urban Development, creato dall’UNDP, il Ministero della Protezione Ambientale e sponsorizzato dal Global Environment Facility (GEF).

LIQUID 3 è, per il momento, silenzioso testimone di una visione di sviluppo urbano lungimirante e proietta una nuova luce sulle possibilità di fronteggiare i cambiamenti climatici in essere traendo ispirazione e conoscenza dalla natura stessa. Un design che può diventare partecipativo, coinvolgendo la società civile, il pubblico e le imprese private per proporre nuove idee su come costruire un futuro migliore a salvezza“d’uomo”. Sarà sufficiente adattarsi e scegliere la “mitigazione” dei cambiamenti climatici?

E chissà che presto non si decida di “impiantare” un primo prototipo anche nelle nostre città.

Fonti:

 World Bio Market Insights 

https://www.rs.undp.org/content/serbia/en/home/presscenter/articles/2021/prvi-preciscivac-vazduha-od-algi-u-srbiji.html

https://www.euronews.com/2021/12/07/this-liquid-tree-in-belgrade-is-fighting-back-against-air-pollution

https://inovacije.klimatskepromene.rs/en/the-first-algae-air-purifier-in-serbia/

https://www.iqair.com/serbia

https://gahp.net/wp-content/uploads/2019/12/PollutionandHealthMetrics-final-12_18_2019.pdf

http://ghdx.healthdata.org/gbd-results-tool 


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